giovedì 11 Settembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

RSA: LA NUOVA RESPONSABILITA’ DI “CHI CURA”. GLI SCENARI ASSICURATIVI

«Alle attività di prevenzione del rischio messe in atto dalle strutture sanitarie e sociosanitarie, pubbliche e private, è tenuto a concorrere tutto il personale, compresi i liberi professionisti che vi operano in regime di convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale». Così l’articolo 1 comma 3 della Legge Gelli n. 24/2017 sgombra dal campo l’idea, sostenuta da molti, che le strutture sociosanitarie assistenziali altro non siano che mere realtà residenziali.

In realtà già in passato il D. Lgs. 502/1992 nel definire le prestazioni socio-sanitarie ha stabilito che per tali si dovessero intendere «tutte le attività atte a soddisfare, mediante percorsi assistenziali integrati, i bisogni di salute della persona che richiedono unitamente prestazioni sanitarie e azioni di protezione sociale in grado di garantire la continuità tra azioni di cura e quelle riabilitative».

Successivamente il D.P.R. del 14/01/1997 ha ribadito i concetti confermando che le RSA sono i presidi che offrono a soggetti, non curabili a domicilio, un livello di assistenza medica, infermieristica e riabilitativa accompagnata da un livello alto di assistenza tutelare e alberghiera. Quindi in primo luogo le cure e successivamente, o del pari, l’assistenza alberghiera.

L’obbligo di assicurazione. Proprio perché equiparate a strutture sanitarie, le strutture socio sanitarie devono essere provviste di copertura assicurativa o di altre misure analoghe per la responsabilità civile verso terzi e per la responsabilità civile verso prestatori d’opera (Art. 10 c. 1 – L.24/2017).

Da un lato, quindi, la possibilità di trasferire il rischio sanitario alle compagnie assicurative secondo i dettami della legge Gelli in tema di retroattività decennale, postuma decennale in caso di cessazione dell’attività e dei Decreti Attuativi alla Legge che dovranno stabilire i massimali minimi per ciascuna tipologia di rischio.

Dall’altro la possibilità di gestire autonomamente (in tutto o in parte) il rischio attraverso le misure analoghe, che oggi non sono più lasciate alla libera interpretazione delle strutture, ma devono seguire disposizioni specifiche. La scelta di adottare misure analoghe, infatti, dovrà essere assunta con delibera del consiglio di amministrazione e comporterà la creazione di un fondo rischi e di un fondo sinistri per la gestione delle richieste di risarcimento. Non ultimo, le strutture dovranno dotarsi di un’organizzazione idonea alla gestione delle richieste di risarcimento composta da un legale, un medico legale, un loss adjuster e un risk manager.

Le strutture, pertanto, non potranno più optare per una forma di autoassicurazione che in passato si traduceva nella frase «io non mi assicuro», se non attraverso una qualificata gestione in team.

E le compagnie di assicurazione? Gli eventi che si sono verificati all’interno delle Rsa a seguito della pandemia Covid-19 hanno indotto le compagnie di assicurazione ad approcciare in modo diverso questi rischi.

Prima della pandemia le strutture residenziali costituivano un rischio medio basso caratterizzato da un numero elevato di sinistri a bassa intensità. Dal marzo dello scorso anno, il crescente numero di decessi ha trasformato queste strutture facendole passare da rischi di frequenza a rischi ad alta magnitudo. Proprio per questo le compagnie hanno integrato i propri questionari assuntivi con una serie di domande specifiche in tema Covid-19 e hanno introdotto nei propri contratti sottolimiti di copertura in tema pandemia, che, in taluni casi, si sono trasformati in vere e proprie esclusioni dal rischio.

Non solo. I premi assicurativi hanno subìto una crescita esponenziale spesso insostenibile per le strutture, che dovranno, per forza, optare per l’adozione di misure analoghe con le relative conseguenze in termini organizzativi.

In conclusione. Sarà necessario attendere lo sviluppo delle richieste di risarcimento già presentate in occasione della pandemia per comprendere come potranno modificarsi le riserve dei sinistri da parte delle compagnie. Nel frattempo le strutture sanitarie dovranno definire i confini delle proprie attività e avere un costante monitoraggio di tutte le richieste di risarcimento già pervenute o che perverranno nei prossimi mesi riferite a tutti gli eventi dannosi. Ciò al fine di consentire alle compagnie un corretto inquadramento del rischio e una adeguata quantificazione dei premi.

Serena Bocchi (nella foto), direttore tecnico e consigliere di amministrazione di Assimedici

 

Tuttointermediari.it mette a disposizione questo spazio  che ospita quella che è la vostra opinione sulle principali tematiche  inerenti il mercato dell’intermediazione assicurativa. Perché è importante capire quale è il vostro pensiero e anche quello di chi comunque studia o ha a che fare con il mondo dell’intermediazione. Per rendere questa pagina costruttiva e finalizzata a quello che è l’obiettivo per cui è nato questo sito, l’invito è di scrivere dei testi non polemici e di fornire contributi costruttivi e idee utili al miglioramento dell’attività professionale.

Per inviare un testo potete scrivere all’indirizzo di posta elettronica:  redazione@tuttointermediari.it

 

PUBBLICATI:  “Voglio continuare a fare l’agente. Burocrazia, posta e magazzino li lascio ad altri…” “Il futuro è solo degli specialisti” Tema rivalsa: “Ecco qualche idea”Sanzioni? “Ci vuole più educazione e meno repressione” —  Gli agenti scelgano se essere polli o aquile —  La professionalità dell’intermediario è un’altra cosaIl mistero delle bancarelle scintillanti Danni catastrofali: è vera incoscienza? Governo superficiale sul Ddl ConcorrenzaMa chi tutela la categoria degli agenti? Chi? I prodotti venduti da banche e poste? Non sono tutte rose e fiori…LA CRISI DEL FONDO PENSIONE AGENTI: PARLANO GLI INTERMEDIARI… –– Ecco come battere la (futura) concorrenza delle Poste –– Scandalo banche: gestioni separate vs gestioni scellerateProfessioni analogiche, ma acquisti virtuali —  The Day After —  Quella “intollerabile marcata discriminazione geografica ..”.Lettera aperta di un broker del Sud ItaliaE’ tutta una questione di S/PDistribuire un prodotto o costruire soluzioni?I prèsidi come i medici: a rischio responsabilità penale. I nostri consigli

 

 

IN COPERTINA