sabato 06 Settembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

POG: DISCORSO CHIUSO. O FORSE NO…

Si continua a parlare dei requisiti organizzativi in materia di governo e controllo del prodotto in capo ai produttori e ai distributori che realizzano qualsiasi tipologia di prodotto assicurativo da vendere ai clienti. La posizione di agenti e broker, e dell’Ania. Mentre l’Ivass…

 

Per alcuni il problema non esiste (anzi è già stato risolto), per altri la questione è lungi dall’essere definita. Fatto sta che di Product Oversight and Governance arrangements, conosciuta più per l’acronimo Pog, si continua a parlare. Si tratta dei requisiti organizzativi in materia di governo e controllo del prodotto in capo ai produttori e ai distributori che realizzano qualsiasi tipologia di prodotto assicurativo da vendere ai clienti. Il tutto è contenuto della nuova direttiva europea sulla distribuzione (Idd).

Nel contesto generale della normativa proprio in materia di Pog, per “produttore” si intende sia l’impresa di assicurazione, sia l’intermediario assicurativo (cosiddetto “manufacturer de facto”) che realizzano prodotti assicurativi da vendere ai clienti; e per distributore si intende sia l’impresa che vende direttamente, sia l’intermediario assicurativo che distribuisce prodotti assicurativi realizzati da altri. È chiaro, quindi, che la questione ruota al fatto se l’intermediario può davvero essere considerato un produttore di polizze.

L’argomento continua a essere oggetto di discussione e questo anche dopo la lettera al mercato diramata lo scorso mese di settembre dall’Ivass a imprese e intermediari. L’obiettivo dell’istituto di vigilanza era quello di «stimolare l’adozione di una serie di attività preliminari» necessarie al recepimento delle disposizioni della Idd.

Le indicazioni dell’istituto di vigilanza sul Pog facevano riferimento al fatto di «avviare, sin da subito, attività preparatorie di studio, analisi e mappatura dei processi aziendali per accertare che gli stessi siano rispondenti ai presìdi previsti dalle norme europee a tutela del consumatore». La finalità è quella di «assicurare che i prodotti assicurativi siano sempre consoni alle esigenze dei clienti per i quali sono stati disegnati». Alle imprese è stato chiesto «di definire il target di clientela al quale i prodotti sono destinati, sin dall’ideazione del design e dal lancio sul mercato, e di monitorarli sistematicamente per assicurare che continuino a rispondere anche nel tempo agli interessi degli assicurati».

Agli intermediari, invece, è stato chiesto «di verificare se gli attuali processi siano adeguati per lo scambio, con le imprese, delle informazioni necessarie sui prodotti e sui mercati di riferimento per cui essi sono stati studiati, programmando ogni necessario intervento di adeguamento».

Basta questo per chiarire oneri e responsabilità? Sembrerebbe di no, come per esempio ha sottolineato recentemente Nicola Tilli, avvocato specializzato in diritto delle assicurazioni.

LA POSIZIONE DI AGENTI E BROKER… – La posizione di agenti e broker è chiara. Claudio Demozzi, presidente dello Sna, recentemente è intervenuto sull’argomento e ha dichiarato che sulla questione Pog «mancano delle risposte certe» e che comunque questi adempimenti «spettano esclusivamente all’impresa».

Dario Piana

Sulla stessa lunghezza d’onda sono i presidenti dei gruppi aziendali agenti. Dario Piana, presidente del Comitato dei Gruppi aziendali agenti in seno allo Sna e presidente del Gruppo agenti Milano Allianz, entra direttamente nel cuore del problema.  «Le compagnie? Sono abilissime ad affermare che i prodotti sono stati costruiti insieme con i gruppi agenti, che attraverso le commissioni partecipano a incontri dedicati. Tutti sappiamo come su una componente del prodotto come può essere il prezzo o la tariffa sia impossibile intervenire; per noi è un tabù, possiamo solo esprimere il nostro malessere e basta. Poi è vero: magari su alcuni prodotti riusciamo a incidere sulle condizioni, ma si tratta di occasioni rare…insomma mi scoccerebbe essere considerato corresponsabile della costruzione di un prodotto».

Umberto D’Andrea

Umberto D’Andrea, confermato qualche giorno fa presidente dell’Associazione Agenti Allianz, fa una premessa: «I gruppi agenti non hanno una rappresentanza giuridica, ma politica. Quand’anche esistesse il paradosso che condividano la costruzione di un prodotto, e non è così, non credo che questo si possa riverberare sulla responsabilità del singolo agente, quindi c’è comunque un vizio giuridico a valle dell’affermazione di corresponsabilità. Prendiamo l’operatività quotidiana. C’è un discrimine che è fondamentale. Noi contribuiamo ma non decidiamo. La decisione è dell’azienda, soprattutto i termini di tariffa e di normative, noi diamo dei contributi, suggerimenti, ma alla fine l’ultima parola è sempre della compagnia. Tra l’altro, ormai, le grandi aziende vanno sempre più verso prodotti standardizzati e quindi è sempre molto più complicato per l’agente poter interferire».

Dello stesso avviso è Luca Franzi, presidente di Aiba (Associazione italiana brokers di assicurazione e riassicurazione), che in una intervista di qualche settimana fa rilasciata a Tuttointermediari.it ha affermato che «chi alla fine firma il contratto di assicurazione è la compagnia, sulla quale devono ricadere tutti gli adempimenti del produttore/ manufacturer de facto. La normativa mette in capo agli intermediari una responsabilità di verifica dell’adeguatezza su un prodotto di un terzo che non necessariamente risponde ai requisiti dell’acquirente. In questo modo rischiamo di creare una grandissima confusione, perché l’intermediario non costruisce il prodotto. Su questo ci si aspetta maggiore chiarezza».

Stella Aiello

…E QUELLA DELL’ANIA – L’associazione nazionale fra le imprese assicuratrici non ha espresso alcuna posizione ufficiale, dal momento che questo è solo uno degli aspetti della Idd che impatta sulle compagnie e comunque la strada per addivenire a una quadro chiaro è ancora lunga.

Tuttavia, Tuttointermediari.it ha affrontato l’argomento nell’ambito di una intervista di qualche giorno fa a Stella Aiello, dirigente del servizio Distribuzione dell’associazione. «Ci sono degli atti delegati e anche una lettera dell’Ivass al mercato che indicano esattamente quali siano gli obblighi di tutte le parti coinvolte nel processo Pog, quindi obiettivamente non mi pare ci siano tanti spazi di interpretazione», ha affermato Aiello. «L’Ivass, che tra l’altro probabilmente dovrà ancora intervenire sulla questione, ha chiarito diritti e doveri delle parti: la legge mette in capo al produttore e al distributore, in maniera congiunta, un obbligo di monitoraggio del prodotto. Inizialmente, nella fase di creazione del prodotto, le imprese sono le sole responsabili del design e del testing del prodotto, della individuazione del target market che vogliono raggiungere e della scelta dei canali distributivi ritenuti più idonei. Le imprese devono, quindi, verificare che il distributore collochi correttamente il prodotto nel rispetto del target market pre-individuato, e se così non fosse devono accertare i motivi per cui ciò non è stato fatto. Imprese e intermediari insieme devono, ciascuno per il proprio ruolo, monitorare la tenuta del prodotto e la sua continua rispondenza ai bisogni del cliente. È evidente che tutto questo determini una grande opportunità di costituire e rafforzare una partnership strategica tra produttore e distributore».

Fabio Sgroi

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