lunedì 20 Ottobre 2025

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PROPOSTA DI LEGGE SUI PREZZI RC AUTO: L’ANIA SI ATTENDE QUESTI INTERVENTI

L’associazione nazionale fra le imprese assicuratrici auspica, fra l’altro, equità e certezza nella liquidazione del danno non patrimoniale alla persona e misure che facilitino il contrasto alle frodi.
 

L’imposizione dei prezzi per legge non solo non è il metodo giusto per garantire che i prezzi della Rc auto continuino a diminuire, ma non consentirebbe neanche di procurare reali benefici ai cittadini delle aree a più alta incidentalità, perché non mira a diminuire né il numero, né il costo dei sinistri in queste aree e nel resto del territorio. A sostenerlo è l’Ania, in riferimento alla proposta di legge attualmente in discussione in Parlamento.

All’associazione nazionale fra le imprese assicuratrici non piacciono le modifiche dell’articolo 132-ter del Codice delle Assicurazioni (Cap) in materia di scontistica obbligatoria e agevolazione su base territoriale e neanche quelle relative all’articolo 134 in materia di attestato di rischio.

Nella sua recente audizione presso la sesta commissione Finanza della Camera dei Deputati, l’Ania ha auspicato l’affermazione di principi che sul libero mercato «stanno già modificando radicalmente il rapporto tra impresa e assicurato dando valore, in termini di servizio, al comportamento del singolo, in un quadro di legalità e contrasto delle frodi, e consentano di realizzare una base legale di equità e certezza nei rapporti fra impresa, assicurato e danneggiato».

In particolare, l’associazione presieduta da Maria Bianca Farina ha indicato due fra le principali proposte del mercato assicurativo finalizzate al raggiungimento di questi obiettivi.

Innanzitutto equità e certezza nella liquidazione del danno non patrimoniale alla persona. Si sa, fa notare l’Ania, che la Legge Concorrenza 2017 è intervenuta anche sulla tematica del danno non patrimoniale alla persona, modificando la disciplina recata dagli articoli 138 e 139 del Codice delle assicurazioni private (Cap) in modo tale da uniformare i vari profili della normativa in materia di danno biologico e per rendere il risarcimento del danno biologico stesso omnicomprensivo dell’intero danno non patrimoniale subito dai danneggiati. In particolare, si è ancora in attesa dell’emanazione, da parte del legislatore, delle tabelle per la determinazione del danno biologico da lesione con postumi permanenti gravi (10-100 punti di invalidità permanente).

In attesa delle tabelle di legge delle “macropermanenti”, il contesto applicativo attuale «continua a essere caratterizzato da grande incertezza, aumentata dalle recenti ondivaghe sentenze della Corte di Cassazione e dal fatto che i Tribunali di Milano e di Roma procedono da sempre su binari paralleli e non convergenti». L’Ania ritiene, quindi, «urgente e indifferibile l’adozione delle tabelle sulle macrolesioni previste da ultimo dalla Legge Concorrenza nell’interesse di tutta la collettività e in primo luogo ai fini di un equo, certo e omogeneo criterio di risarcimento del cittadino danneggiato a causa di un sinistro stradale».

La seconda proposta riguarda la legalità e il contrasto delle frodi. L’Ania, nel dettaglio, ha fatto notare come i sinistri a rischio frode nel 2018 siano stati oltre 628.000, pari a circa il 22% del totale dei sinistri Rc auto (dati Ivass). Questo fenomeno incide sul prezzo della copertura Rc auto.

Oggi i presidi antifrode forniti dalle banche dati pubbliche sono utilizzabili solo nella fase successiva alla stipula del contratto Rc auto, e cioè nella fase liquidativa del sinistro a rischio frode, e non in quella di sottoscrizione del contratto (cioè nella fase assuntiva). Per l’Ania, «l’azione antifrode non può invece prescindere da modifiche regolamentari che consentano alle imprese di verificare il potenziale assicurato anche nella fase assuntiva».  

In questo ambito, è convinta l’associazione che rappresenta le compagnie, «bisognerebbe intervenire normativamente su due fronti: il primo che dovrebbe consentire di incardinare il procedimento nel luogo dove si consuma il reato e non presso il Tribunale dove è stabilita la sede legale della compagnia; il secondo per ridurre i tempi di prescrizione per la richiesta di risarcimento rispetto ai due anni attuali, evitando così l’annosa speculazione che si perpetra mediante la denuncia tardiva dei sinistri».

Infine, per contrastare il fenomeno dell’evasione assicurativa, «sarebbe certamente molto efficace l’emanazione del decreto ministeriale di omologazione dei sistemi di rilevazione a distanza, che rafforzerebbe il prezioso lavoro di controllo su strada svolto dalle forze dell’ordine».

Fabio Sgroi

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