Un convegno ha approfondito questo aspetto. Le strutture sanitarie pubbliche e private sono pronte?

«Una rivoluzione culturale nella tutela dei dati personali che coinvolge in modo diretto le strutture sanitarie pubbliche e private chiamate ad adeguarsi alle nuove regole. Regole più stringenti, che tengono conto delle nuove tecnologie che permeano la nostra vita, di quanto i dati siano diventati preziosi in quanto possibile fonte di business (anche illecito) e quindi della necessità di tutelarli al meglio». Mentre il nuovo regolamento sulla privacy è ormai alle porte si discute di privacy nella sanità, di sistema sanzionatorio e dell’attività ispettiva. Di questo e di altro si è parlato la settimana scorsa nel corso di un convegno organizzato a Roma da Scudomed e Area Medici (associazione collegata al gruppo European Brokers).
Le oltre 500 strutture sanitarie private, in gran parte accreditate al Servizio sanitario nazionale, aderenti all’Aiop «sono pronte ad affrontare il nuovo regolamento», ha detto il direttore generale dell’associazione Filippo Leonardi. Nel tempo trascorso tra la pubblicazione e l’operatività del regolamento la sede nazionale Aiop ha svolto «un’intensa attività di informazione e formazione» proprio per accompagnare le strutture nel percorso di adeguamento.
Anche le strutture cattoliche «sono pronte a integrare le nuove regole, facendo anche molta attività di formazione, un aspetto importante», ha dichiarato Padre Virginio Bebber, presidente di Aris (Associazione religiosa istituti socio-sanitari) che ha tenuto a sottolineare come «se è vero che ormai c’è una datizzazione della persona umana, occorre ricordare che per primo va garantito sempre l’uomo, ancor più quando malato. L’uomo malato è il vero padrone di casa nelle nostre strutture».
Giuseppe Navanteri dell’Ufficio tecnologie e sistemi informatici di Ifo ha evidenziato: «Dobbiamo arrivare a capire che il dato sensibile è un patrimonio, un diritto inviolabile, una nostra proprietà». Un tema ripreso dal colonnello Marco Menegazzo a capo del Nucleo Speciale Privacy della Guardia di Finanza che, su delega del garante per la Privacy, si occupa già ora delle ispezioni. Compito che continuerà a svolgere anche con la nuova normativa. «A noi spetta il compito di verificare che la normativa venga applicata in modo corretto e, qualora riscontriamo delle anomalie, di rapportare all’Autorità facendo una fotografia di quello che rileviamo consentendo così all’Autorità di procedere con l’attività sanzionatoria». Non bisogna dimenticare, ha aggiunto, che «il dato identifica la persona. Dobbiamo creare una cultura di protezione dei dati, che vuol dire protezione delle persone. A maggior ragione per i dati sensibili e ultrasensibili come quelli sanitari». Sul sito di Area Medici sono disponibili i video di tutti gli interventi dei relatori. (fs)
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