mercoledì 10 Settembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

GA-GI E GAAT: LA “LIAISON” CHE NON TI ASPETTI

I due gruppi agenti di Generali Italia, distanti in tutto (o quasi), uniti nel fronteggiare l’emergenza coronavirus. Insieme hanno portato avanti le richieste alla mandante che miravano a  ottenere nuove misure a sostegno delle agenzie.   

Roberto Salvi e Vincenzo Cirasola

Le ultime misure varate da Generali Italia per supportare l’attività (o sarebbe meglio dire la perdita) delle agenzie che stanno fronteggiando l’emergenza coronavirus sono state il frutto di un «costruttivo confronto», ha puntualizzato il ceo Marco Sesana, con le rappresentanze agenziali. E fin qui nulla di nuovo.

Quello che invece è balzato all’occhio e che rappresenta sicuramente una novità è la collaborazione (con tanto di richieste avanzate alla mandante in maniera congiunta e con carta cointestata) fra il Gruppo agenti Generali Italia (Ga-Gi) e il Gruppo agenti di assicurazione Toro (Gaat), presieduti rispettivamente da Vincenzo Cirasola e da Roberto Salvi.

Due che in passato non se le sono mandate a dire, tanto per usare un eufemismo. Lo stesso Salvi lo ha ricordato in una lettera aperta indirizzata agli agenti due giorni fa. Salvi ha fatto notare come i due gruppi agenti «appartengano a organizzazioni sindacali differenti (il Ga-Gi aderisce ad Anapa Rete ImpresAgenzia, associazione peraltro presieduta da Cirasola, mentre il Gaat è filo Sna da sempre, ndr)» e come in passato «non siano mancate accese divergenze di opinioni e scontri anche duri su questioni politiche rilevanti. Abbiamo però deciso con convinzione e non solo per esigenze di circostanza di unire le forze e di presentare una proposta comune per chiedere una serie di misure extra a vantaggio delle agenzie da noi rappresentate. Un segnale di unità nell’interesse dei colleghi in un momento tra i più insidiosi e difficili della storia delle assicurazioni in Italia».

Cirasola, in un comunicato diffuso qualche giorno fa e riferendosi al percorso comune intrapreso con il Gaat, ha parlato di «primo segnale di unità della categoria, a prescindere dalle sigle sindacali di appartenenza» e si è detto «contento» che la proposta di avviare una seconda fase di aiuti «sia stata condivisa con il Gaat, perché siamo stati tra i primi a condividere l’appello all’unità della categoria e perché crediamo che in momenti come questi si debba mettere da parte il colore della propria maglia e lavorare all’unisono per tutti gli agenti».

Distanti (e quasi sempre separati) nelle trattative che regolano il rapporto fra mandante e gruppi agenti. Uniti nel fronteggiare l’emergenza coronavirus.

Fabio Sgroi

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