mercoledì 10 Settembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

COMPAGNIE E POLIZZE AGRICOLE AGEVOLATE: UNA INDAGINE SVELA IL RAPPORTO

Un report dell’Ismea evidenzia come l’offerta assicurativa sia caratterizzata, in generale, da prodotti per la copertura dei soli rischi atmosferici. E a livello di combined ratio prevale la marginalità negativa…   

Le aziende agricole possono accedere agli aiuti per il pagamento di premi assicurativi finanziati da programmi specifici nazionali. Ecco perché si parla di polizze agricole agevolate.

L’indagine sull’offerta assicurativa in agricoltura, svolta nel 2020 dall’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), di cui Tuttointermediari.it ha riportato un articolo di sintesi, ha approfondito questo ambito. Stando alle risposte fornite dal campione di compagnie assicurative (12) e broker intervistati (1), l’offerta assicurativa, relativamente alle polizze agricole agevolate (in particolare contro i rischi atmosferici e fitosanitari), si è caratterizzata in generale, nel 77% dei casi, in prodotti per la copertura dei soli rischi atmosferici, limitati in alcuni casi anche a determinati prodotti (30,8%) o territori (30,8%) e in altri a specifiche avversità (7,7%).

Sempre secondo i dati dell’indagine, il fenomeno della cosiddetta “selezione avversa”, che attrae nel campo gravitazionale delle polizze agevolate le aziende maggiormente esposte alle avversità atmosferiche, è l’elemento (con il 69,2%) che più di altri condiziona negativamente l’attività assicurativa nel settore. Altri fattori ostativi sono stati individuati, dagli intervistati, nella mancanza di un’adeguata cultura sul tema della gestione dei rischi (53,8%), nell’eccesso di burocrazia previsti dagli adempimenti richiesti per l’accesso ai contributi pubblici (53,8%) e nella concentrazione dei rischi in comparti e territori specifici (53,8%). Seguono le difficoltà nelle operazioni di riassicurazione (23,1%), l’inadeguatezza della normativa di settore (15,4%), la scarsa informazione sui rischi aziendali (15,4%).

Le avversità ritenute più rischiose dagli assicuratori sono il gelo e la brina (77%), le fitopatie (46,2%) e le infestazioni parassitarie (38,5%), la grandine (38,5%) e la siccità (38,5%) e il vento forte (30,8%).

L’offerta assicurativa in agricoltura, che si compone, generalmente, anche di una polizza integrativa senza contributo (per lo più sotto soglia), non si limita, nella maggior parte dei casi (92,3%), alla copertura dei soli rischi atmosferici, ma si completa con proposte del ramo furto e incendio (61,5%) e con polizze a protezione delle strutture aziendali, Rc auto, Rc agriturismo, Rc prodotti, Rco, tutela legale, vita e casa. Ma anche polizze sanitarie, danni ambientali, Rc animali, fideiussoria e nel settore della zootecnia.

Nei rapporti con gli organismi collettivi di difesa, le compagnie intervistate hanno segnalato alcune difficoltà nel concordare le condizioni contrattuali (69,2%), pur dichiarando, tra l’altro, come il loro ruolo di supporto sia utile. Una domanda ha riguardato inoltre le indicazioni sui combined ratio relativi agli ultimi 5 anni, che hanno evidenziato una prevalente marginalità negativa (il 46,2% degli intervistati hanno risposto oltre il 100% e fino al 120%; il 30,8% oltre il 120%).

Il rapporto tra spese generali più risarcimenti e raccolta premi nel 77% dei casi è risultato superiore al 100%, ma solo un ratio inferiore alla soglia del 100% ha indicato un margine positivo dalla gestione danni. A questo proposito, circa le dinamiche di profittabilità nel mercato assicurativo agricolo per le singole annualità dell’ultimo quinquennio, limitatamente alle garanzie contro eventi meteoclimatici, le compagnie hanno segnalato un andamento negativo degli indici economici, sia con riferimento al loss ratio, sia al combined ratio.

Le compagnie non hanno indicato un elemento specifico alla base dei ratio elevati, ma hanno rimarcato un frequente ricorso allo strumento della riassicurazione proprio allo scopo di trasferire in parte le perdite e di contenere la spesa in conto risarcimenti.

Fabio Sgroi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN COPERTINA