martedì 07 Ottobre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

CORONAVIRUS E POLIZZE: DE FELICE BACCHETTA IL MONDO DEL BROKERAGGIO ASSICURATIVO

Il presidente dell’Associazione nazionale dei risk manager e responsabili assicurazioni aziendali contro quelle società che propongono polizze “poco utili per il cliente”.   

Alessandro De Felice

Tempo fa aveva sollevato un polverone dicendo la sua a proposito di gestione separata dei premi incassati e di disclosure sui compensi di agenti e broker. Opinioni, quelle di Alessandro De Felice, presidente dell’Associazione nazionale dei risk manager e responsabili assicurazioni aziendali (Anra), evidentemente fuori dal coro. Ora De Felice torna a far discutere, con un post pubblicato qualche giorno fa su LinkedIn attraverso il quale ha bacchettato il mondo del brokeraggio. E ha espresso il suo pensiero come suo solito, senza peli sulla lingua.

In sostanza, De Felice ha evidenziato come la fantasia del mondo del brokeraggio «per trovare modi di speculare su una crisi di queste dimensioni», con riferimento all’emergenza coronavirus, «non abbia limiti. Mi chiedo con quale etica professionale alcune società di brokeraggio internazionali propongano una polizza che prevede una diaria di ricovero di 100 euro al giorno a decorrere dal 7°/8° giorno di degenza e con un limite di 10 giorni. A questo si aggiungono 3.000 euro di indennità di convalescenza portando dunque la copertura ad un massimo possibile di indennizzo di 4.000 euro oltre ad alcuni servizi fra i quali l’invio di un medico, di un’autoambulanza, 5 (cinque!) ore di colf e ben altre 5 di dogsitter…».

De Felice ha fatto presente che «è chiaro che sanno benissimo che una copertura di questo tipo non pagherà mai alcun sinistro o lo pagherà in misura estremamente ridotta. Anzitutto teniamo presente che – statistiche Oms sui dati cinesi alla mano – la degenza media in terapia intensiva è stata fra 8 e 15 giorni (la polizza proposta prevede una franchigia di 7/8 a seconda dei casi e un massimo di 10), il resto della degenza è mediamente in regime di ricovero ordinario».

Per quanto riguarda la parte assistenza, ha affermato il presidente dell’Anra, «mi chiedo come si faccia a garantire l’invio di un medico o di un’ambulanza in una situazione d’emergenza quale quella della Lombardia. Chi li garantisce? Dove vengono trovati? Chi sono? Lo stesso dicasi per le 5 ore complessive di una colf o il/la dogsitter… come se uno dopo essere stato dimesso dalla rianimazione si fa venire una sconosciuta a casa che oltretutto, ai sensi del Decreto, non potrebbero neanche uscire».

De Felice ha analizzato, poi, il tasso: «Ammettiamo 4.000 euro di somma assicurata al premio di 9 euro su 9,5 mesi (la copertura decorrerebbe da ora fino al 31.12) per un premio di 11,36 euro su base annua, cioè un tasso del 2,84%. Qualcuno conosce le statistiche della Lombardia di quanti sono in terapia intensiva rispetto al totale dei casi Covid-19? Il 5,3% (percentuale che ha messo a serio rischio la continuità del servizio). Ma la polizza non è proposta ovviamente a chi è già malato, ma a chi è sano (ricordo che il periodo di incubazione prima che il Covid-19 sviluppi sintomi è compreso fra 2 e 12 giorni). Considerando dunque per la sola Lombardia una popolazione di 10 milioni di persone e circa 900 persone ricoverate in terapia intensiva parliamo di meno di 1 ogni 10.000 da confrontare con il tasso di polizza del 2,84 per mille. Il dato relativo ai ricoverati non in regime di T. I. sono ad oggi 7.285, ovvero il 0,728 per mille. Come è costruito da un punto di vista tariffario e mutualistico il tasso di polizza?».

De Felice ha poi concluso: «In qualità di chief risk officer e di presidente dell’Associazione nazionale risk manager invito i colleghi a valutare attentamente l’opportunità di stipulare questo genere di polizze e di valutare eventualmente piani di contingency autofinanziati alternativi in ottica di duty of care. Sono veramente sconcertato del fatto che prominenti società possano avere una caduta di stile di questo genere. Evidentemente non ci si ferma di fronte a nulla».

Fabio Sgroi

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