mercoledì 05 Novembre 2025

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PROMOZIONE E GESTIONE DI FORME SANITARIE INTEGRATIVE: I DUBBI SUL RUOLO DELL’INTERMEDIAZIONE PROFESSIONALE

Pierpaolo Marano, professore di Diritto delle Assicurazioni presso l’Università Cattolica di Milano, a un convegno organizzato dall’Unione europea Assicuratori ha lanciato una serie di interrogativi che a oggi non trovano risposta, in mancanza di un quadro poco chiaro.  
 

Pierpaolo MaranoQuali requisiti professionali deve possedere chi promuove e gestisce le forme sanitarie integrative? Gli interrogativi sono tanti e, a oggi, la risposta meriterebbe degli approfondimenti. È quello che ha cercato di fare Pierpaolo Marano (nella foto), professore associato di Diritto delle Assicurazioni presso la Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nell’ambito di un convegno organizzato dall’Unione europea assicuratori lo scorso 27 novembre a Milano.

Marano ha posto l’accento sui tanti dubbi e quesiti che ruotano attorno al tema. «Si tratta di un fenomeno che meriterebbe un approccio organico, perché la questione di fondo da affrontare è quella di stabilire chi sono i soggetti che devono svolgere questa attività di promozione e gestione delle varie forme legate alla sanità integrativa», ha affermato Marano. Il professore ha avanzato una serie di interrogativi, che a oggi sono privi di risposta, in quanto «ancora una volta chi dovrebbe disciplinare il tema sta evitando di risolvere un problema reale e sta attuando interventi strani di cui sfuggono le logiche. C’è la volontà politica di fare delle scelte oppure no?».

In particolare, Marano ha fatto riferimento ai numerosi e diversi soggetti che oggi svolgono questa attività. A partire dall’anagrafe dei fondi integrativi istituita presso il Ministero della Sanità, «della quale nessuno sa chi è iscritto tranne chi la gestisce», ha precisato Marano.

E poi: «Quali caratteristiche deve possedere chi intermedia per esempio l’adesione a una forma di sanità integrativa? Questo soggetto si assume la responsabilità di ciò che dice al cliente? Se promette una determinata prestazione siamo sicuri che quel prodotto sia adeguato alle esigenze del cliente? Questi soggetti possono semplicemente auto-produrre o possono ricorrere anche allo strumento assicurativo per integrare quello che potrebbero trovare non conveniente auto produrre? Chiediamoci anche se è necessario che chi promuova l’adesione a una forma di sanità integrativa sia in grado di fornire una serie di conoscenze informative dettagliate al cliente, perché se così fosse allora ci potremmo porre il problema che chi intermedia sia soggetto alle stesse regole che attengono agli altri casi di asimmetrie informative e che riguardano gli intermediari assicurativi e finanziari», ha detto Marano.

«La risposta a queste domande è possibile darla solo nell’ambito di un chiaro disegno complessivo del sistema, perché altrimenti a mio avviso non ha molto senso immaginare l’ennesima autorità o ennesimo organismo che gestisce un albo, ripetendo in pratica il quadro attuale, composto da organismi scollegati tra loro, con aggravi di costi e inutili». Ci sarebbe, in questo caso, un paradosso, in quanto «sarebbe vigilato chi svolge attività di promozione e non sarebbe vigilato il soggetto per conto del quale si propone il prodotto. Sarebbe un caso unico nella storia», ha concluso Marano.

Fabio Sgroi

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