mercoledì 05 Novembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

SANITA’ INTEGRATIVA: C’E’ ANCORA MOLTO DA FARE. E GLI INTERMEDIARI ASSICURATIVI STANNO ALLA FINESTRA

L’assenza di un quadro giuridico e normativo tarpa le ali a un settore dalle grandi potenzialità. Se ne è discusso a un convegno organizzato da Uea a Milano.
 

Affermare che siamo ancora all’anno zero è forse esagerato, ma sulla sanità integrativa c’è ancora molto da fare. Per una serie di ragioni, prima fra tutte l’assenza nel nostro Paese di un quadro giuridico e normativo. Di questo e di altro si è discusso oggi a Milano, nel corso di un convegno organizzato dall’Unione Europea Assicuratori presso l’Università degli Studi di Milano.

Il tema della sanità integrativa, il suo ruolo complementare rispetto alla sostenibilità del sistema pubblico, ma anche l’importanza dei canali distributivi e in particolare dell’intermediario assicurativo professionale. Questi gli argomenti sviscerati dai relatori, che hanno approfondito tutti i vari aspetti, partendo dall’assunto che negli ultimi tre anni la spesa in sanità privata è stata pressoché stabile, se non in diminuzione. Segno tangibile che il settore è ancora alle prime armi.

Sergio Paci, professore ordinario presso il Dipartimento di Finanza dell’Università Bocconi e Carefin Università Bocconi, ha affrontato il tema dei modelli gestionali e delle linee guida verso obiettivi condivisi, soffermandosi sulle differenze fra mutualità (l’assegnazione di rischi dello stesso livello) e solidarietà (rischi di livelli diversi), e su come questi due modelli si esplicano per il tramite delle compagnie e degli altri operatori, come per esempio le società di mutuo soccorso, «che dovrebbero svilupparsi per acquisire dimensioni maggiori», ha detto Paci.

Fabio Marchetti, professore associato di Diritto Tributario presso la Facoltà di Economia dell’Università Luiss – Guido Carli, si è detto «non entusiasta della sanità integrativa», sottolineandone il vuoto normativo, e si è concentrato sull’analisi dei fondi sanitari integrativi anche alla luce dell’attuale asimmetria normativa, regolamentare e fiscale, che consente benefici al comparto del lavoro dipendente, non riconosciuti agli altri lavoratori (autonomi) e ai cittadini.

L’intervento di Albina Candian, professore ordinario di Diritto Comparato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano, si è concentrato sul raffronto con i sistemi mutualistici europei, con particolare riferimento a quello francese (con focus sulle mutuelles), e sull’interconnessione fra il settore della sanità integrativa e il ruolo degli intermediari assicurativi nell’ambito del welfare privato. Anche Candian ha evidenziato «i limiti del sistema», oggi privo «di un quadro normativo e giuridico di riferimento. Non si tratta di redigere un testo unico», ha sottolineato Candian, «basterebbe un impianto giuridico che contenga dei parametri a cui ricondurre la disciplina. Oggi ci reggiamo troppo sull’autodisciplina e non è quello che vorremmo…».

Infine, un focus al ruolo degli intermediari professionali e della vigilanza pubblica nella promozione e gestione di forme sanitarie integrative e alle soluzioni assicurative attualmente previste dal mercato italiano, alla loro rispondenza alle esigenze degli assicurati e ai possibili sviluppi futuri è stato fatto dal professore Pierpaolo Marano, associato di Diritto delle Assicurazioni presso la Facoltà di Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Filippo Gariglio, ex presidente Uea e attuale consigliere, ha poi chiuso il convegno parlando di soluzioni assicurative e delle opportunità che un nuovo sistema di welfare pubblico-privato può riservare agli intermediari oggi. «Per far fronte a questa sfida – ha sottolineato Gariglio – è fondamentale che gli agenti riescano ad agire e non subire il cambiamento, facendosi promotori presso i clienti di questa nuova esigenza assicurativa attraverso un approccio più flessibile, anche grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie digitali».

Nel corso del convegno hanno preso la parola anche i vertici dell’associazione, tra cui il presidente Roberto Conforti e il vicepresidente Francesco Barbieri.

Fabio Sgroi

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