Dopo aver annullato il cosiddetto decreto “ammazza-agenti” (recepimento Idd), il Sindacato nazionale agenti non si ferma.
Incassata quella che dallo stesso sindacato è stata definita una «vittoria su tutta la linea» (con riferimento al testo di recepimento della Idd pubblicato in Gazzetta Ufficiale), lo Sna si prepara adesso a un’altra battaglia. Anzi, ad altre battaglie. I fronti sono tre: conto corrente separato, partite non assicurative e l’iniziativa di Poste Italiane.
Nelle ore scorse il sindacato ha inviato alcune missive ad Ania e Mise per chiarire quella che è la sua posizione. Ma andiamo con ordine.
CONTO CORRENTE SEPARATO E PARTITE NON ASSICURATIVE – Dopo anni di contrapposizioni e di contenziosi generati dalla diversa interpretazione di alcune norme fondamentali del Codice delle Assicurazioni (il riferimento è alla corretta intestazione del conto corrente separato agenziale, all’intestazione dei titoli di pagamento all’agenzia dei premi assicurativi, all’addebito di “partite non assicurative” da parte dell’impresa sul foglio cassa e dunque sul conto corrente separato agenziale), lo Sna riteneva di avere «finalmente raggiunto un punto di equilibrio» grazie alla pubblicazione della lettera al mercato dell’Ivass del 6 novembre scorso, «che ha confermato le interpretazioni più volte espresse dal Sindacato nazionale agenti sugli specifici punti», si legge nella missiva firmata da Claudio Demozzi, presidente dello Sna, e da Dario Piana, presidente del Comitato dei Gruppi aziendali in seno allo Sna, e indirizzata all’Ania (e in particolare alla responsabile distribuzione Stella Aiello).

In sostanza il sindacato lamenta come «oggi ben poche compagnie si siano attenute alle indicazioni dell’Ivass e, cosa ancora più grave, molte di esse non abbiano aperto alcun serio confronto con gli agenti sulle modalità di pagamento delle partite non assicurative, o partite diverse, alternative all’addebito sul conto corrente separato agenziale». Lo Sna, con parere unanime del comitato dei presidenti dei gruppi aziendali agenti «ribadisce nuovamente l’intenzione di opporre con la necessaria energia a tutte le compagnie l’indisponibilità ad accettare che siano reiterati comportamenti coercitivi nei confronti degli agenti che inducano questi ultimi a palesi violazioni delle disposizioni normative vigenti e che ostacolino la corretta gestione delle agenzie».
Il sindacato ha quindi richiamato quanto pubblicato dall’Ivass ed evidenziando alcuni passaggi:
– viene chiarito come il conto corrente separato agenziale possa essere intestato semplicemente all’Agente/Agenzia con espresso richiamo all’art. 117 del D.Lgs. n. 209 del 7/9/2005 (Codice delle Assicurazioni), come ad esempio: “MARIO ROSSI SRL AGENZIA DI ASSICURAZIONE C/C EX ART. 117 C.A.P.”;
– viene confermata l’irregolarità di addebiti sul conto corrente separato agenziale che riguardino partite non assicurative, come rate di rivalsa, canoni di affitto dei locali, cassa di previdenza, quota di iscrizione al Gruppo Aziendale Agenti (queste spese gestionali vanno pagate con i fondi propri dell’Agente/Agenzia, cioè dal conto corrente gestionale o dal conto personale dell’Agente negli specifici casi ammessi dalla normativa fiscale, MAI dal conto corrente separato neppure indirettamente mediante addebito sul foglio giornale cassa della Compagnia);
– è ribadito il diritto dell’Agente/Agenzia di far confluire i premi incassati per conto di più Compagnie sul medesimo conto corrente separato agenziale (intestato all’Agente/Agenzia), con la precisazione che non è possibile imporre all’Agente/Agenzia titolare di una pluralità di Mandati l’apertura di diversi conti correnti separati (l’Ivass richiama il noto provvedimento Antitrust n. 24935);
– viene chiarito, speriamo definitivamente, quanto sostenuto da SNA e cioè che in caso di Agente plurimandatario, per determinare l’importo della fidejussione bancaria, il 4% previsto dall’art. 117, comma 3/bis del C.A.P., deve essere calcolato sul monte-premi netto complessivamente incassato dall’Agente/Agenzia risultante al 31/12 dell’anno precedente, indipendentemente dalla quota di portafoglio afferente ai singoli Mandati (l’importo minimo da garantire, di € 15.000, NON si riferisce dunque a ciascun singolo Mandato agenziale).
Lo Sna, attraverso questa missiva, ha chiesto all’Ania di «valutare l’opportunità di un incontro urgente per un leale e costruttivo confronto al riguardo».
L’INIZIATIVA DI POSTE – Capitolo Poste Italiane. In questo caso lo Sna ha inviato due lettere, dello stesso tenore, a Massimo Bitonci, sottosegretario di Stato presso il ministero dell’Economia e delle Finanze e ancora all’Ania.
Il sindacato ha voluto richiamare l’attenzione sul progetto di ulteriore specializzazione, nel settore assicurativo, che Poste intende perseguire con la gara indetta al fine di identificare una impresa assicurativa con la quale stipulare un accordo distributivo di polizze Rc auto.
«L’accordo distributivo», evidenzia Demozzi, «permetterebbe a Poste di offrire polizze Rc auto (settore nel quale le 12.000 agenzie assicurative indipendenti italiane detengono una quota di mercato di oltre l’80%) attraverso 13.000 sportelli postali distribuiti sul territorio nazionale. Presso di essi, operano i lavoratori dipendenti postali che, fino a ieri, si sono occupati di corrispondenza e pacchi e che da domani competerebbero con gli agenti assicurativi “tradizionali”, piccoli imprenditori dal cui destino dipende anche il futuro occupazionale di 30.000 lavoratori dipendenti agenziali e di quasi 200.000 collaboratori autonomi (subagenti)».
Per lo Sna, «questo nuovo approccio al mercato assicurativo nazionale del Gruppo Poste Italiane, che non ha precedenti, è potenzialmente in grado di compromettere irrimediabilmente la tenuta dell’assetto distributivo delle maggiori compagnie assicurative che operano in Italia attraverso reti agenziali, nonché di ridimensionare pericolosamente la quota di mercato degli agenti assicurativi professionisti in gestione libera, minando il loro già tenue equilibrio economico. L’iniziativa di Poste Italiane si inserisce in un progetto anticoncorrenziale per il mercato assicurativo italiano e per gli imprenditori autonomi».
Demozzi ha chiesto al Mef di prendere in considerazione la possibilità di «riportare Poste Italiane agli scopi originari per i quali è stata costituita, o per lo meno di limitarne la libertà negoziale e imprenditoriale ai settori attinenti a detti scopi, nonché di valutare l’opportunità di sospendere la gara, indetta da Poste Italiane, per l’identificazione dell’impresa assicuratrice partner con la quale sottoscrivere l’accordo distributivo di polizze rami danni (compresa la Rc auto)». Anche in questo caso è stato chiesto «un incontro urgente sul tema» sia al Mef, sia all’Ania.
Fabio Sgroi
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