domenica 07 Settembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

ALTRO ESEMPIO DI COLLABORAZIONE TRA SCUOLE E AGENZIE. LUCA ROVEDA: «I RAGAZZI POSSO DARE MOLTO. ECCO PERCHE’…»

Aumenta la tendenza da parte delle agenzie assicurative di rivolgersi ai giovani studenti e di “farli crescere” in casa. L’agente plurimandatario di Legnano, comune del milanese, racconta la sua esperienza.
 

Luca RovedaDella collaborazione fra le scuole e le agenzie assicurative tuttointermediari.it si era occupato lo scorso settembre, con una intervista all’agente Carlo Scotton. Il fenomeno piano piano si sta diffondendo, seppur con molta cautela visto che siamo appena agli inizi.

Un altro caso, infatti, arriva da Legnano, comune in provincia di Milano. E a raccontarlo a tuttointermediari.it è Luca Roveda (nella foto a lato), 51 anni il prossimo marzo, titolare della società Roveda Assicurazioni sas e agente plurimandatario (nel senso letterale del termine…). Anche lui, come nel caso di Carlo Scotton, crede che “far crescere” un ragazzo o più ragazzi in agenzia possa rappresentare un vantaggio e un beneficio per la stessa struttura agenziale. Ma attenzione. Il ragionamento va ben al di là di un mero discorso che può sembrare egoistico…

Domanda. Come nasce l’idea di inserire dei giovani studenti nella sua struttura agenziale?

Risposta. Parto da una premessa. Da oltre 20 anni partecipo, in qualità di socio, all’iniziativa promossa ogni anno dal Rotary Club Busto Arsizio-Gallarate-Legnano e denominata Operazione carriere, che si pone l’obiettivo di fornire indicazioni utili in merito alla scelta della futura professione agli studenti delle scuole superiori, quindi istituti tecnici, professionali, liceo classico, scientifico. Si tratta di un vero e proprio incontro fra i giovani e circa 60 professionisti delle più svariate attività professionali: dal criminologo all’esperto in biotecnologie, dal magistrato al notaio, dal commercialista allo psicologo e via dicendo. Professionisti che si ritrovano in un’aula e rispondono a tutte le domande legate allo svolgimento di quella particolare attività. Si tolgono, in sostanza, delle curiosità. Mi creda: in tanti anni la più grande soddisfazione è vedere l’interesse che hanno questi ragazzi per il mondo esterno alla scuola e soprattutto il loro entusiasmo nel proiettarsi in una dimensione come quella di una attività lavorativa.

D. Quindi tutto parte da questa iniziativa….

R. Diciamo che l’idea è stata quella di trasformare questa esperienza in un qualcosa di pratico. In altre parole: perché non proporre ad alcuni di loro la possibilità di fare degli stage presso studi professionali o aziende? Così a marzo dell’anno scorso è nata una collaborazione con Flavio Merlo, dirigente scolastico dell’istituto Barbara Melzi di Legnano. Una collaborazione che è partita ancora prima dell’approvazione della legge 107/2015 cosiddetta sulla “buona scuola”. Si è pensato quindi di organizzare dei test con ragazzi in modo da far svolgere loro due mesi di stage in azienda nell’arco di un anno,  con un programma condiviso sul lavoro che deve essere fatto all’interno della stessa azienda e con una attività in moduli di due settimane, per un totale di 8-10 settimane. In due anni e per i ragazzi di terza e di quarta superiore. L’obiettivo, in sostanza, è quello di creare un sistema che possa consentire ai ragazzi di vivere questa esperienza nel biennio prima dell’anno della maturità. Il primo modulo si è tenuto nel mese di settembre 2015. Il prossimo è in programma a febbraio 2016 e poi ancora ad aprile, giugno e settembre sempre di quest’anno.

D. Quanti sono i ragazzi che in questa stagione scolastica 2015-2016 stanno partecipando allo stage presso la sua agenzia?

R. I ragazzi, che sono stati scelti in base ai loro risultati scolastici (hanno tutti la media del 9) sono 5. Quelli che stanno effettuando lo stage presso la mia agenzia assicurativa di Legnano sono 2.

D. Che impatto hanno avuto?

R. Devo dire che le prime due settimane di stage e poi l’incontro per cercare di capire come sviluppare le due successive è stato sicuramente positivo. I ragazzi devono cominciare a prendere conoscenza del mondo del lavoro, a relazionarsi in un certo modo perché essere all’interno di un ufficio di un’azienda e parteciparvi serve non tanto per imparare il mestiere, ma soprattutto per relazionarsi. E’ un qualcosa che li fa crescere dal punto di vista caratteriale.

Intervista Luca Roveda con logoD. In agenzia chi si occupa della formazione?

R. I ragazzi sono affiancati dai miei collaboratori. Sono loro che spiegano le operazioni che facciamo tutti i giorni.

D. Quali sono le domande più ricorrenti che vi vengono poste?

R. All’inizio riguardavano tutto. I ragazzi hanno innanzitutto la curiosità di capire come funzionano certi meccanismi che possono essere quelli della banca, delle girate degli assegni, del funzionamento del sistema di incasso, oppure tutto quello che riguarda il flusso di carta, come per esempio la posta. Poi iniziano a entrare nei dettagli e la curiosità riguarda le polizze; quella del motorino è la prima perché magari sono direttamente coinvolti e quindi iniziano a porre domande anche su questo. Certo ci sono dei passaggi, delle fasi, prima di arrivare agli aspetti tipicamente assicurativi come possono essere le denunce sinistri, i danni, gli incidenti e altre cose. Credo che facendo loro passare in rassegna le diverse attività e i vari ambiti sicuramente cresceranno tantissimo. E poi c’è un aspetto che vorrei sottolineare. (Nella foto sopra, un momento dell’intervista presso l’agenzia di via Cuttica a Legnano)

D. Prego.

R. Lavorare in un ufficio come il nostro rappresenta per i ragazzi una palestra formidabile nell’ambito della relazione con i colleghi che sono in agenzia. Possono infatti assistere a come si tiene un rapporto tra i dipendenti, i collaboratori e i subagenti e i clienti. Un altro aspetto importante che noto è il beneficio che portano questi ragazzi dal punto di vista della semplicità nell’utilizzo della tecnologia alle persone che non hanno questa praticità. Qualche esempio? L’utilizzo di internet per fare una determinata ricerca, l’organizzazione dell’archiviazione in cartelle, l’ordine della posta elettronica e la modalità con cui effettuano le ricerche all’interno della stessa. Vengono fuori cose incredibili…

D. I moduli hanno una tematica specifica?

R. Il primo anno, proprio perché è una sperimentazione, vogliamo utilizzarlo per far passare in rassegna all’interno dell’attività assicurativa tutte le diverse fasi: dalla contabilità alla parte che riguarda il back office, dalla scannerizzazione all’utilizzo del programma dell’applicativo in uso presso la nostra agenzia. I ragazzi partecipano anche alla creazione dei post da inserire nella pagina Facebook di agenzia. E poi i dettagli di alcuni aspetti tecnici del lavoro: per esempio dematerializzazione del contrassegno e dell’attestato di rischio. Nel secondo anno chiederemo loro quale è la parte che li ha maggiormente interessati cercando di capire quelle che sono le loro attitudini, se per esempio sono più propensi a una attività di front office o a quella più indirizzata alla relazione con il cliente.

D. Questa è una iniziativa biennale: 2015-2016 e 2016-2017. Ma nell’anno 2016-2017 avete intenzione di inserire altri ragazzi dando vita a un nuovo biennio 2016-2018 e così via?

R. Sì. L’idea è partire con i primi moduli ancora a settembre di quest’anno. Ovviamente il nostro metodo deve essere migliorato, praticato, valutato; ci vogliono parecchi feedback che devono arrivare dai ragazzi, dalla scuola e dalla stessa agenzia.

D. Che cosa si aspetta al termine di questo biennio?

R. Innanzitutto di aver lasciato un segno importante a questi ragazzi che ancora non sanno quale sarà il percorso da intraprendere alla fine delle scuole superiori. La speranza è quindi quella di aver dato un contributo perché loro possano fare la scelta migliore e poi dall’altra parte la speranza è quella di avere delle persone pronte per essere formate e diventare collaboratori dell’agenzia.

D. In quest’ultimo caso l’agenzia agevolerebbe il percorso per una eventuale iscrizione al Rui?

R. Sì. Anche se prima c’è tutta una parte legata proprio alla pratica e alla formazione. Io penso che i ragazzi che terminano la scuola siano da coltivare e da formare in base al loro talento. Nel nostro lavoro si possono avere diverse tipologie di eccellenze: persone competenti dal punto di vista tecnologico servono tantissimo, così come persone precise che siano in grado di seguire tecnicamente le polizze legate per esempio ai rami elementari. C’è un vasto ambito di applicazione e c’è la possibilità di trovare diverse collocazioni. La mia speranza è che ci possano essere per questi ragazzi delle opportunità presso la nostra agenzia nel caso in cui decidessero di non continuare un percorso universitario.

D. Questo tipo di collaborazione con le scuole, secondo lei, quali benefici porta a un’agenzia assicurativa?

R. In generale, le aziende sono portate ad abbattere i costi prendendo i giovani senza creare dei programmi di valorizzazione e di formazione. E invece dovrebbero comprendere l’importanza di avere ragazzi che possono portare in azienda una mentalità magari più semplice e perché no, adatta per uno sviluppo tecnologico dell’azienda. I giovani possono rappresentare veramente delle risorse incredibili per l’innovazione. Devono però essere formati e inseriti all’interno dell’azienda in questa ottica, non in quella del risparmio. Nel nostro mondo assicurativo, e parlo non solo delle agenzie ma anche delle compagnie, non si riesce a capire che attraverso i giovani si possono acquisire dei vantaggi incredibili. Da loro si riceve sicuramente una spinta notevole verso l’ammodernamento.

Fabio Sgroi

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