lunedì 08 Settembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

DEMATERIALIZZAZIONE DEL CONTRASSEGNO RC AUTO. DEMOZZI: «SIAMO SICURI SIA UNA MISURA EFFICACE NELLA LOTTA ALLE FRODI?». E ALLE COMPAGNIE DICE…

Il presidente dello Sna, intervenuto a un recente convegno sul tema, è dubbioso sulla reale applicazione del provvedimento. E a proposito della digitalizzazione e delle innovazioni tecnologiche lancia un monito alle imprese: «No alla disintermediazione e alla limitazione dell’operatività degli intermediari».
  

Claudio DemozziLa dematerializzazione del contrassegno Rc auto, misura entrata in vigore lo scorso 18 ottobre e di cui si continua a parlare, non convince più di tanto Claudio Demozzi (nella foto), presidente del Sindacato nazionale agenti.

«Se lo scopo del provvedimento è quello di contribuire a ridurre le frodi, contrastare la contraffazione del contrassegno e quindi l’evasione all’obbligo assicurativo, come si fa a raggiungerlo se non si hanno i giusti strumenti? Chi consapevolmente non si assicura e non ha nulla da perdere, mica si preoccuperà del fatto che l’autovelox registri la sua targa mentre va da una città all’altra, e quando sarà arrivato a destinazione qualcuno possa elevargli la contravvenzione e inviarla a casa sua. Non ci illuderemo mica che questo sia un provvedimento coercitivo efficace realmente utile a contrastare l’obbligo della copertura. Io penso di no». Demozzi, intervenuto a un recente convegno organizzato dalla sezione provinciale dello Sna di Catania, ha parlato anche di una possibile soluzione del problema, che a suo tempo era stata indicata dal sindacato di via Lanzone.

«In sede istituzionale, lo Sna aveva proposto una serie di procedure intermedie con l’obiettivo di graduare questa trasformazione digitale, come per esempio l’adozione del codice QR (codice a barre bidimensionale, composto da moduli neri disposti all’interno di uno schema a forma quadrata, che viene impiegato per memorizzare informazioni generalmente destinate a esssere lette tramite un telefono cellulare o uno smartphone, ndr). La commissione Rc auto dello Sna lo aveva proposto in Parlamento e ne aveva parlato anche con Ania. Questo codice verifica se il biglietto è veramente autentico e al 99,99% è impossibile contraffarlo. Perché non si è scelto di mantenere tutto cosi come era prima del 18 ottobre? Si è scelto, invece, di fare il triplo salto mortale e passare dalla sera alla mattina a un sistema totalmente digitale e con alcune lacune».

Già, la digitalizzazione, le innovazioni tecnologiche. Gli agenti, in generale, temono il cambiamento? «Assolutamente no», ha risposto il presidente dello Sna. «Sono quelle normative che fanno salti nel buio che ci preoccupano. Gli intermediari utilizzano la tecnologia e da oltre 10 anni lo Sna forma e informa gli intermediari su come andare verso un uso consapevole, funzionale, efficiente ed efficace della tecnologia».

C’è però anche un rischio. Serio. «La tecnologia ci fa paura solo se, come in alcune realtà,  è l’ennesimo tentativo di questa o quella compagnia per disintermediare e cioé per appropriarsi del rapporto esclusivo con il cliente o per limitare in maniera inaccettabile l’autonomia decisionale dell’intermediario e per ridimensionare la centralità dell’agente», ha detto Demozzi.

Poi il messaggio alle compagnie: «Facciamo della tecnologia un elemento di progresso e di evoluzione. Insieme: compagnie e agenti. Alle compagnie diciamo: non utilizzatela come l’ennesima arma per ridimensionare l’ambito dell’agente. Prevedere che l’incasso del premio venga fatto solo in mobilità in una regione come per esempio il Trentino Alto Adige dove in molte zone non esiste la copertura equivale a limitare l’operatività dell’agente. La tecnologia condivisa può essere un’arma strategica importante, ma se diventa un elemento di scontro abbiamo perso per l’ennesima volta una occasione storica per fare qualcosa di positivo».

Fabio Sgroi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN COPERTINA