domenica 19 Ottobre 2025

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BANCA DATI SITA. DE PASCALIS (IVASS) ALLE COMPAGNIE: «VA ALIMENTATA CON DATI CORRETTI, NIENTE SCHIFEZZE»

Il capo servizio studi e gestione dati dell’Ivass, intervenuto recentemente a Catania a un convegno sulla dematerializzazione del contrassegno cartaceo Rc auto, avverte le imprese: «Si rischia di creare disagi sia ai cittadini, sia alle forze dell’ordine».
 

Antonio Rosario De Pascalis«La dematerializzazione del contrassegno assicurativo cartaceo Rc auto rappresenta sicuramente una svolta nella lotta alle frodi». Ne è convinto Antonio Rosario De Pascalis (nella foto), capo servizio studi e gestione dati dell’Ivass, intervenuto nel corso di un recente convegno organizzato dalla sezione provinciale Sna di Catania e che si è svolto nella città etnea. «Si tratta di una misura che dovrebbe contribuire a ridurre il fenomeno dell’evasione dell’obbligo assicurativo e che si inserisce nell’ambito di una serie di provvedimenti che il legislatore ha messo in campo a partire dal 2012», ha detto De Pascalis.

Ma la questione non riguarda solo il tema strettamente legato alle frodi. «In realtà il legislatore ha voluto anche dare un segnale alle compagnie che applicano tariffe Rc auto più elevate rispetto al resto di Europa. Le compagnie lamentano il problema delle frodi? E allora il legislatore ha cercato di dare una soluzione. Adesso si attendono risposte da parte di tutto il sistema assicurativo».

Naturalmente si è parlato anche delle nuove modalità di verifica della copertura assicurativa Rc auto, che da ieri avviene in via telematica.

Ogni volta che viene stipulata una nuova polizza o viene effettuato un rinnovo, la compagnia di assicurazione deve inviare le informazioni alla banca dati delle coperture assicurative creata dall’Ania e denominata Sita. Dal sistema Sita le informazioni confluiscono nel database della Motorizzazione Civile che contiene i dati sui veicoli immatricolati. L’incrocio delle informazioni contenute nelle due banche dati consente alle Forze dell’Ordine di sapere, in pochi secondi, chi è regolarmente assicurato e chi è sprovvisto di assicurazione. Quanto è affidabile questa banca dati? E soprattutto. In questi mesi le compagnie hanno avuto l’obbligo di alimentare la banca dati: ci sono riuscite?

«Quello dell’alimentazione della banca dati rappresenta sicuramente un problema», ha sottolineato De Pascalis. «L’Ivass ha riscontrato una colpevole assenza delle compagnie per quanto riguarda l’adeguamento. Abbiamo controllato la percentuale di alimentazione e oggi (18 settembre, ndr) dovremmo avere il 100% delle coperture, ma non è cosi, perché in continuazione riceviamo delle segnalazioni da parte delle polizia stradale con cui ci chiedono di verificare se alcune coperture effettivamente sono reali e se si tratta di contrassegni falsi, visto che non risulta in banca dati». Da queste dichiarazioni è trascorso un mese. Sarà cambiato qualcosa?

Ma il capo servizio studi e gestione dati dell’Ivass ha bacchettato le compagnie anche per un’altra questione: la qualità del dato immesso in particolare nella banca dati sinistri. «Come si fa a contrastare le frodi se le compagnie immettono delle “schifezze” e se il dato non è “pulito”?» si è chiesto De Pascalis. «Senza dubbio ciò può costituire un problema per i cittadini». La verità è che «tutte le volte in cui una norma non è accompagnata da una sanzione di tipo pecuniario le compagnie hanno grossa difficoltà ad adeguarsi. Vero è che l’Ivass ha una serie di altri strumenti per intervenire però diciamo che la sensibilità maggiore è nei confronti della sanzione pecuniaria. Il legislatore, purtroppo, si è dimenticato di prevedere una sanzione di questo tipo per la mancata alimentazione della banca dati. Quindi partiamo da un principio: se la banca dati non è alimentata adeguatamente creeremo disagi sia ai cittadini, sia alle forze dell’ordine».

Poi, De Pascalis ha ricordato un concetto molto importante per gli assicurati: «Se un assicurato viene fermato e la copertura non risulta in banca dati, le forze dell’ordine non  possono comunque contestare la violazione in presenza del certificato di assicurazione».

Fabio Sgroi

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