Dopo UnipolSai sono rispettivamente la seconda e la terza compagnia più multata nell’ultimo bollettino dell’istituto di vigilanza.
Dopo UnipolSai, le due compagnie più sanzionate dall’Ivass nell’ultimo bollettino di aprile, pubblicato a fine maggio scorso, sono state Carige Assicurazioni e Carige Vita Nuova.
Alla prima è stata inflitta una multa totale pari a 85.835 euro, che è la somma di tre ordinanze specifiche. Le violazioni? Il mancato rispetto, per due sinistri del ramo Rc auto, dei termini per la formulazione dell’offerta di risarcimento al danneggiato e mancanze legate alla copertura delle riserve tecniche e localizzazione delle attività e alla valutazione delle attività patrimoniali.
In particolare, la compagnia con sede a Milano è stata multata di 55.000 euro per «mancata deduzione dagli attivi posti a copertura delle riserve tecniche dei saldi negativi derivanti dalla linea di credito concessa dalla banca controllante, ancorché il fido ottenuto fosse stato specificamente impiegato per procedere al regolare pagamento dei sinistri e in assenza di ulteriori attività da iscrivere, in via alternativa, a copertura delle riserve tecniche; significative dismissioni anticipate di titoli classificati nel comparto durevole pur in assenza di motivazioni di carattere eccezionale e straordinario a giustificazione delle vendite ed a fronte di contemporanee immobilizzazioni di nuovi acquisti e cessioni anticipate di titoli del comparto durevole a fronte di trasferimenti di titoli verso lo stesso comparto, senza che le vendite fossero riconducibili, anche in questo caso, a motivazioni di carattere eccezionale e straordinario».
Terza compagnia più sanzionata dall’Ivass è Carige Vita Nuova: una sola ordinanza per 38.500 euro. Queste le violazioni: «significative dismissioni anticipate di titoli classificati nel comparto durevole pur in assenza di motivazioni di carattere eccezionale e straordinario a giustificazione delle vendite ed a fronte di contemporanee immobilizzazioni di nuovi acquisti e cessioni anticipate di titoli del comparto durevole a fronte di trasferimenti di titoli verso lo stesso comparto, senza che i trasferimenti fossero riconducibili, anche in questo caso, a motivazioni di carattere eccezionale e straordinario; classificazione di un Irs (Interest Rate Swap) quale strumento finanziario a copertura di Btp del valore nominale di euro 100 milioni produttivi di interessi nella misura del 5% annuo, nonostante la carenza di un’evidente connessione tecnico-finanziaria fra lo strumento finanziario derivato ed il sottostante Btp, quest’ultimo trasferito al comparto durevole in assenza di condizioni eccezionali e straordinarie».
Fabio Sgroi
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