L’avvocato, fiduciario delle principali compagnie assicurative e aziende sanitarie italiane nonché docente universitario, introduce i temi che saranno trattati nel corso di un convegno nazionale in programma la prossima settimana a Lecce, di cui è direttore scientifico.

«La responsabilità sanitaria? Comporta inevitabili ripercussioni a cascata su aziende, professionisti coinvolti e imprese assicurative, che trovano nel panorama italiano un mercato sempre più difficile sotto il profilo operativo e della competitività. Tutto ciò non deve far passare in secondo piano le difficoltà dei danneggiati e delle loro famiglie, che si trovano spesso ad affrontare disagi inimmaginabili». Paolo Vinci, avvocato, fiduciario delle principali compagnie assicurative e aziende sanitarie italiane, nonché docente universitario, analizza un tema attuale che nasconde ancora tanti punti in sospeso.
Un tema che, a suo dire, non trova allo stato attuale «adeguate» tutele legislative. In altre parole, il legislatore pare pensare ad altro e intanto fanno notizia le iniziative giurisprudenziali sulla materia.
È evidente che, di fronte a questo quadro, l’obiettivo è tenere alta l’attenzione ed è proprio per questo motivo che l’Università medicina integrata economia e ricerca (Unimeier) ha organizzato il 17 e 18 maggio prossimi a Lecce un convegno nazionale sulla responsabilità medica e sui problemi ancora aperti.
Un evento fortemente voluto dallo stesso Vinci, che di Unimeier è docente e direttore del Centro vittime della strada e della malasanità). «Anche di fronte all’assenza perdurante dei promessi decreti attuativi previsti dalla legge Gelli-Bianco (Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie, ndr), ritengo non solo opportuno, ma anche doveroso caldeggiare e favorire il periodico incontro delle parti coinvolte, affinché si possa fare il punto in una materia delicatissima e in continua evoluzione», dice a Tuttointermediari.it.
Il tema della responsabilità sanitaria sarà analizzato sotto molteplici punti di vista: quello del paziente e del personale sanitario, ma anche quello degli operatori del diritto, avvocati e magistrati, senza tralasciare il profilo assicurativo e medico-legale. «Si tratta di una incredibile occasione di confronto. Il panel dei relatori annovera, infatti, personalità prestigiose e di assoluto rilievo, che affronteranno tematiche di grandissima attualità, sia sociale che giuridica, offrendo il punto di vista dei tanti interessi in gioco», precisa Vinci.
I fari saranno puntati anche sulle ultime novità che, spiega Vinci, «si concentrano sul profilo del risarcimento del danno e della sua liquidazione. Alcune recenti sentenze hanno determinato un certo fermento, andando a liquidare il risarcimento del danno non patrimoniale da macro-lesioni sotto forma di rendita vitalizia. Non senza conseguenze e anche di una certa entità. Si pensi all’impossibilità per i danneggiati e le loro famiglie di disporre in un’unica soluzione delle somme liquidate a titolo di risarcimento senza quindi poterle utilizzare per far fronte a bisogni radicali del danneggiato, come quello di poter rendere funzionale l’abitazione destinata a ospitarlo. Ma problemi anche per le compagnie assicurative, che non hanno modo di prevedere l’effettivo ammontare del risarcimento, né di organizzare in modo coerente, con i propri sistemi di gestione interna, le cifre da accantonare come riserva».
Con particolare riferimento all’attività svolta dalle aziende sanitarie e compagnie assicurative e in veste di loro fiduciario da molti anni, Vinci ha ricordato che «solo negli ultimi 10 anni si contano circa 300.000 contenziosi per malasanità, più di 30.000 nuovi contenziosi incardinati ogni anno, i quali, da un lato, hanno inevitabilmente fatto crescere il fenomeno della medicina difensiva, con tutto ciò che questo comporta in termini di spesa pubblica e qualità del servizio sanitario offerto, mentre dall’altro, hanno portato a una crisi del mercato assicurativo legato al settore sanitario che, peraltro, deve fare anche i conti con le ingenti cifre che nel nostro Paese vengono solitamente liquidate a titolo di risarcimento. Le compagnie si trovano quindi a muoversi in un mercato poco competitivo e irto di tecnicismo nel quale non hanno interesse ad operare».
Ai relatori che animeranno il convegno di Lecce il compito di ipotizzare i possibili sviluppi di questo nuovo trend risarcitorio. «Sull’argomento è difficile prendere una posizione univoca, considerate anche le differenti reazioni della giurisprudenza di merito e di legittimità», fa presente Vinci. «Accanto alle note criticità, la liquidazione sotto forma di rendita presenta anche dei vantaggi innegabili. Bisogna sempre ricordare che quella della responsabilità sanitaria è una materia con gravi implicazioni umane e che, pertanto, tutti gli interessi in gioco, ovvero freddo e asettico dato economico, tutela della persona e della vita, ma anche ricerca di giustizia e verità, devono necessariamente trovare sempre un opportuno bilanciamento. Tutte le novità saranno comunque discusse e analizzate dai protagonisti direttamente coinvolti, che si faranno portavoce dei diversi punti di vista ed esperienze, nell’ottica di porre delle linee di massima, anche interpretative, sui possibili scenari futuri».
Per Vinci, «il legislatore, in questa materia, come del resto nella tematica risarcitoria italiana, è stato a lungo assente. A sopperire sono stati i giuristi e i bravi magistrati, di merito e di legittimità. Con sommo sacrificio e immane dedizione hanno sopperito alle carenze endemiche e gravi di uno dei poteri dello Stato, quello legislativo. E quando poi, dopo decenni di silenzio, sono intervenuti, lo hanno fatto in modo incompleto, con la promulgazione della Legge Gelli-Bianco, che ha rimandato a decreti attuativi che non sono arrivati e che forse non arriveranno mai. La scontata conseguenza è rappresentata dalla notevole difformità nella prassi applicativa della giurisprudenza di merito. Se questo è sempre fonte di problemi per i vari operatori del settore giuridico, nelle materie particolarmente delicate, come quella sanitaria, ciò condiziona anche l’atteggiarsi delle aziende ospedaliere e delle compagnie assicurative, che si trovano a vivere una situazione di incertezza, assolutamente tarpante dal punto di vista dell’efficienza economica, ma anche delle scelte operative e di strategia legale».
Di questo e di altro si parlerà al convegno di Lecce, ormai alle porte.
Fabio Sgroi
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