Il presidente del Gruppo agenti Sara: «Lo Sna è il primo sindacato per importanza, per iscritti, per struttura e storicità, ma quando non riusciamo a confrontarci con punti di vista diversi, che ritengo siano valori per una associazione, le conseguenze possono anche essere queste».

«La nascita di un terzo soggetto, dal punto di vista della nostra categoria, può sembrare eccessiva: le divisioni, in qualsiasi ambito, non aiutano e credo che anche questa non possa portare benefici». Gaetano Vicinanza, presidente del Gruppo agenti Sara, si esprime così a proposito della costituzione di un nuovo sindacato, UniAgenti, che si pone l’obiettivo di tutelare la figura dell’agente di assicurazione a livello nazionale.
Vicinanza, commentando l’accaduto con Tuttointermediari.it, ha provato a ripercorrere le tappe che hanno portato alla nascita di UniAgenti. «È una diretta conseguenza dell’espulsione, per la prima volta, di un presidente di gruppo (Roberto Salvi, ndr) da un sindacato nazionale agenti: essendo Salvi da sempre impegnato in prima linea sia a livello nazionale che di gruppo, non poteva rimanere con le mani in mano e ha quindi creato un nuovo soggetto sindacale per esprimere il suo pensiero politico. Le soluzioni che aveva erano ben poche, perché (sfortunatamente) non è tipo da infilarsi un saio e andare a Canossa: i probiviri dello Sna hanno ritenuto di espellerlo in modo definitivo. Il secondo “soggetto” (Anapa Rete ImpresAgenzia, ndr) nato 10 anni fa non credo fosse nelle sue corde. Da qui la creazione di UniAgenti».
Vicinanza ha evidenziato come sia rimasto «molto stupito, come presidente di gruppo, dalla sua espulsione, in quanto ritengo che il sindacato degli agenti debba essere sempre inclusivo e che debba gestire oculatamente le criticità: l’extrema ratio, che in questo caso comportava tra l’altro la privazione di un presidente di gruppo di copertura sindacale, andrebbe adottata solo in casi gravissimi».
Il Sindacato nazionale agenti, ha riconosciuto l’agente emiliano, «è il primo sindacato per importanza, per iscritti, per struttura e storicità, e la sua storia parla per sè, ma quando non riusciamo a confrontarci con punti di vista diversi, che ritengo siano valori per una associazione, le conseguenze possono anche essere queste: se volevamo arrivare a costituire la “triplice”, ritengo che abbiamo raggiunto l’obiettivo. Per quelli che sono i progetti di Salvi, avremo modo di vederli, e mi auguro che, come dichiarato da lui, siano a favore degli agenti. Confido che abbia anche il buonsenso di evitare l’innesco di guerre intestine tra associazioni e agenti, che non farebbero bene alla categoria e avvantaggerebbero solo le compagnie».
Fabio Sgroi
© RIPRODUZIONE RISERVATA











