Il presidente del Gruppo agenti Generali Italia ricorda in una lettera agli iscritti il primo approccio con l’allora group ceo di Generali, Mario Greco, oggi alla guida della compagnia svizzera.
Tiene ancora banco la situazione in cui si trova il Gruppo agenti Zurich, i cui rapporti con la propria mandante si sono interrotti. E sono state molte le rappresentanze agenziali che hanno manifestato solidarietà e sostegno al presidente del Gaz, Enrico Ulivieri, e agli agenti della compagnia svizzera.
Una di queste è il Gruppo agenti Generali Italia presieduto da Vincenzo Cirasola (nella foto). Il quale, in una comunicazione agli iscritti ha sottolineato quanto «l’atteggiamento intrapreso dalla compagnia elvetica di interrompere qualsiasi relazione con il proprio gruppo agenti e iniziare attraverso una negoziazione one to one con i singoli agenti» sia «assai rischioso e non fa altro che indebolire le relazioni industriali della categoria».
Cirasola ha ricordato anche il primo approccio con l’ex group ceo di Generali, Mario Greco. «Devo dire che non siamo stati immuni da tale situazione, considerando che oggi alla guida della compagnia Zurich si trova Mario Greco, ex group ceo di Assicurazioni Generali, che fin dall’inizio aveva mostrato un atteggiamento di “superiorità e distacco” nei nostri confronti», ricorda nella nota. (Nella foto, Cirasola, a sinistra, e Greco)
Ciò aveva spinto il gruppo agenti a scrivere una lettera di protesta in occasione della prima uscita pubblica di Greco come group ceo, «che fece a gennaio 2013, di fronte alla comunità finanziaria londinese, quando dimenticò di citare il più importante business partner del gruppo, ossia gli agenti, e disse che gli investimenti di Generali avrebbero rafforzato il canale diretto, i broker e la bancassurance. Fin dall’inizio del suo insediamento», ha ricordato ancora Cirasola, «abbiamo reagito con forza, dimostrando di che pasta siamo fatti, tant’è che dovette smentire pubblicamente quanto affermato a Londra, con una lettera inviata al sottoscritto, non so se per convinzione o per costrizione, con la quale affermò il ruolo strategico degli agenti (almeno in Italia) per poi, addirittura, venire alla nostra quinta convention nazionale del 21 ottobre 2014 a Milano, che ci risulta essere la sua prima e unica partecipazione a un’assise di agenti, durante la sua presenza in Generali».
Poi un monito: «quando sottolineiamo che l’unione e la coesione del gruppo è a vantaggio di tutti, e che le piccole crepe interne possono diventare delle voragini nelle quali le compagnie si inseriscono per screditare tutto il lavoro, non è poi così insensato. E alle lusinghe offerte one to one dovremmo avere il coraggio e la responsabilità di rispondere: no grazie».
Fabio Sgroi
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