giovedì 09 Ottobre 2025

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VENDITA A DISTANZA E OBBLIGO DELLE REGISTRAZIONI DELLE COMUNICAZIONI COMMERCIALI? L’OPINIONE DI AGENTI E BROKER

È una delle possibili modifiche al Regolamento 40/2018. Da una indagine di Acb, Sna e Uea emerge che…  

La registrazione e l’archiviazione delle telefonate/mail in caso di comunicazioni commerciali a distanza è una delle possibili modifiche al Regolamento n. 40/2018 proposte dall’Ivass attraverso la pubblica consultazione. Aspetti, questi, trattati nell’ambito di una indagine dal titolo L’impatto dell’evoluzione normativa sull’attività degli intermediari, svolta da Innovation Team su commissione di Acb (Associazione di categoria brokers), Sna (Sindacato nazionale agenti) e Uea (Unione europea assicuratori).

L’indagine (che ha coinvolto 1.123 agenti e 58 broker) è nata con l’obiettivo di coinvolgere gli intermediari in una riflessione sui possibili impatti delle modifiche regolamentari al Regolamento  40 (distribuzione) proposte da Ivass attraverso il documento n.2/2019 in pubblica consultazione.

Dopo aver riportato le risultanze relative ad altre due possibili modifiche (la dichiarazione di rispondenza della polizza alle esigenze del cliente, che l’intermediario è tenuto a consegnare e far firmare e l’esposizione di un albo che illustri le collaborazioni che l’intermediario intrattiene con altri intermediari), ora Tuttointermediari.it si concentra sulla parte relativa, appunto, alla registrazione e all’archiviazione delle telefonate/mail in caso di comunicazioni commerciali a distanza.

Innanzitutto il sondaggio ha indagato su quanti siano (relativamente al campione ascoltato) gli intermediari che hanno dichiarato di svolgere effettivamente l’attività di vendita a distanza. Ebbene, il 39,6% (quattro intermediari su 10) ha risposto affermativamente: il 32,4% in alcune occasioni specifiche e il 7,2% stabilmente. Da questo punto di vista, i broker svolgono questo tipo di attività più stabilmente rispetto agli agenti.

Dall’indagine è emerso che sale leggermente la quota di chi svolge attività di vendita a distanza stabilmente all’aumentare del portafoglio. In particolare: questa attività di vendita viene svolta dal 40,1% nel caso di un portafoglio fino a 2 milioni di euro, dal 37,6% nel caso di un portafoglio compreso tra 2 e 4 milioni di euro e dal 41,6% nel caso di un portafoglio oltre i 4 milioni di euro. Questa attività è svolta in prevalenza al centro (47,8%).

Tra coloro che svolgono attività di vendita a distanza (39,6%) viene sottolineato l’innalzamento dei costi di adeguamento alla normativa e le maggiori incombenze gestionali (in forte aumento entrambi per quasi la totalità degli intermediari), mentre rimane invariato l’impatto sulla trasparenza e la credibilità dell’intermediario verso il cliente.

Fabio Sgroi

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