La stima è dello Swiss Re Institute che ha evidenziato anche…
«Nel 2025, in linea con un trend di crescita annuale di lungo periodo del 5% – 7%, le perdite assicurate globali da catastrofi naturali potrebbero toccare i 145 miliardi di dollari, a causa soprattutto di pericoli secondari come forti tempeste, alluvioni e incendi. E i pericoli primari come terremoti e uragani rappresentano il rischio maggiore, con potenziali perdite assicurate in un anno di picco che possono arrivare o anche superare i 300 miliardi di dollari». È quanto emerge da un’analisi dello Swiss Re Institute, che stima che alcuni degli uragani che hanno colpito all’inizio del 20esimo secolo oggi causerebbero danni per oltre 100 miliardi di dollari.
L’uragano Andrew, per esempio, ha causato nel 1992 perdite assicurate ai prezzi odierni per 35 miliardi di dollari. Se un uragano dovesse seguire oggi lo stesso percorso, ha spiegato lo Swiss Re Institute, provocherebbe perdite quasi tre volte superiori, a causa della crescita economica, dell’aumento della popolazione e dell’espansione urbana. L’uragano Katrina, il singolo evento assicurato più costoso di sempre per il settore ri/assicurativo, non causerebbe la stessa distruzione di 20 anni fa. Le perdite assicurate raggiungerebbero comunque circa 100 miliardi di dollari a causa dell’aumento dei costi delle abitazioni e dell’edilizia, ma il miglioramento delle difese contro le inondazioni e la diminuzione del 20% della popolazione locale lungo il percorso di Katrina hanno ridotto significativamente l’esposizione al rischio.
Mentre a livello globale la gravità delle perdite è in aumento, nel 2024 gli Stati Uniti hanno rappresentato quasi l’80% dei danni assicurati a livello mondiale, a causa della loro vulnerabilità a forti temporali, uragani, inondazioni, incendi e terremoti.
A 20 miliardi di dollari, lo scorso anno i danni assicurati a livello globale causati da inondazioni sono stati i terzi più elevati mai registrati dal report sigma del Swiss Re Institute, dopo quelli del 2011 e del 2021. Sebbene le perdite economiche siano più elevate in Asia, i danni assicurati causati dalle inondazioni sono più alti in Europa e lo scorso anno le perdite assicurate legate all’acqua sono state pari a 11 miliardi di dollari (esclusi i danni causati dalle inondazioni legate ai cicloni tropicali), più della metà del totale globale. Dal 2021 si sono verificati quattro eventi alluvionali che hanno causato danni per diversi miliardi di dollari in Europa, tre dei quali nel 2024. Tre inondazioni (in Germania a maggio/giugno, nell’Europa centrale/orientale a settembre e a Valencia, in Spagna, alla fine di ottobre) hanno causato perdite assicurate complessive pari a 9 miliardi di dollari. Il disastro di Valencia è stato l’evento alluvionale più costoso a livello globale dello scorso anno, con danni assicurati pari a 4,7 miliardi di dollari.
Nel 2024, i danni assicurati causati da catastrofi naturali a livello globale hanno raggiunto i 137 miliardi di dollari a causa degli uragani Helene e Milton, delle forti tempeste convettive negli Stati Uniti, degli incendi e delle gravi inondazioni in tutto il mondo.
E l’Italia? È fra i più paesi europei più vulnerabili, ma il divario di protezione tra le perdite economiche totali e quelle assicurate è pari al 78% negli ultimi dieci anni, rispetto al 46% della Francia, al 57% della Germania, al 22% del Regno Unito e al 26% della Svizzera. (fs)
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