Il mercato assicurativo e riassicurativo londinese richiama l’attenzione delle aziende su questa tipologia dei beni, la cui percentuale all’interno dei bilanci delle compagnie sta crescendo sempre di più.
La percentuale dei beni immateriali all’interno dei bilanci delle compagnie sta crescendo e, secondo le stime, rappresenta già fino al 85% del valore totale commerciale delle industrie. Con l’accelerazione dei modelli di business digitali, amplificati dal Covid-19, questo valore potrebbe crescere ulteriormente, divenendo una zona d’ombra per le aziende che non considerano i beni immateriali all’interno dei loro modelli di rischio. È quanto fanno notare i Lloyd’s, che hanno approfondito il tema pubblicando un rapporto (Protecting intangible assets: Preparing for a new reality), in collaborazione con Kpmg, che esamina il crescente valore dei beni immateriali e il ruolo svolto da risk manager e industria assicurativa nella loro protezione.
Il nuovo rapporto analizza come il Covid-19 abbia incrementato l’esposizione delle società a nuovi rischi, molti dei quali coinvolgono i beni immateriali presenti in azienda. «E’ di cruciale importanza per poter mantenere la resilienza, sia operativa che finanziaria, che le aziende comprendano quali sono i beni immateriali e come devono essere protetti e che ciò divenga parte della loro strategia di gestione dei rischi», si legge in una nota.
Il rapporto, tra l’altro, descrive una serie di esempi di prodotti già disponibili presso il mercato per far fronte ai rischi che minacciano la reputazione, il capitale umano e la proprietà intellettuale. Evidenzia anche «il ruolo vitale che la comunità assicurativa deve ricoprire nell’aiutare le organizzazioni a gestire queste sfide in modo da essere meglio preparati per proteggere il proprio patrimonio». (fs)
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