Il presidente del Gruppo agenti Zurich: «Se saprà trasformare le attuali differenti visioni in capacità di confronto e dialogo, per poi addivenire alla sintesi contenente tutte le anime presenti in un settore variegato come il nostro, probabilmente ciò che oggi per qualcuno potrebbe sembrare una sconfitta si trasformerà in una rinascita di quell’unità tanto desiderata dalla categoria».

«Mi auguro che la nascita del nuovo soggetto non rappresenti un’ulteriore frammentazione ma sia prodromo di un diverso, più responsabile, innovativo e meno personalistico modo di rappresentare gli interessi della categoria». È l’auspicio di Enrico Ulivieri, presidente del Gruppo agenti Zurich, commentando la costituzione di UniAgenti. «Ero e sono infatti più preoccupato dall’acclarata incapacità delle nostre rappresentanze di fare la dovuta e necessaria sintesi delle loro diverse “visioni” da presentare “unitariamente” alle istituzioni. Per questo la nascita di UniAgenti non mi preoccupa in quanto tale. Anzi, porrei al contrario grande attenzione sulle motivazioni che hanno portato alcuni colleghi che conosco e stimo a proporre alla categoria una cosiddetta “terza via”», dice a Tuttointermediari.it.
Ulivieri non entra nel merito della visione politica del neonato soggetto sindacale, che secondo lui è «attualmente poco conosciuta, ma se questo saprà trasformare le attuali differenti visioni in capacità di confronto e dialogo, per poi addivenire alla sintesi contenente tutte le anime presenti in un settore variegato come il nostro, probabilmente ciò che oggi per qualcuno potrebbe sembrare una sconfitta si trasformerà in una rinascita di quell’unità tanto desiderata dalla categoria che, al di là delle sigle, dovrebbe in primis essere rappresentata dai contenuti e dalle priorità perseguite».
Fabio Sgroi
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