venerdì 17 Ottobre 2025

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ULIVIERI: «ACCORDI DATI? A CHI INCITA ALLA LIBERTA’ RICORDO CHE QUESTA COSTA E TANTO»

Il presidente del Gruppo agenti Zurich: «Gestire la responsabilità derivante dall’essere titolari, e gli agenti sono tutti titolari nella relazione con il cliente, non è semplice anche per la compliance che ne consegue».

 

Enrico Ulivieri

«Le cinque più importanti aziende del mondo cosa fanno? Movimentano dati. È chiaro che il flusso di informazioni andrebbe monetizzato. A mio parere ciò avrebbe dovuto essere inserito in un accordo collettivo in modo da deresponsabilizzare tutti. Oggi, credo sia un po’ tardi per intervenire…». È quanto affermato da Enrico Ulivieri, presidente del Gruppo agenti Zurich (Gaz), intervenuto nel corso di una tavola rotonda sul tema dei dati, organizzata nell’ambito dell’ultimo congresso del Gruppo Agenti Sara a Milano Marittima (frazione di Cervia, Ravenna).

Alla tavola rotonda, moderata da Fabio Sgroi, direttore di Tuttointermediari.it, hanno preso parte, oltre a Ulivieri, Alessandro Lazzaro, presidente dell’Unione agenti Axa, Giuseppe Spampinato, presidente del Gruppo aziendale agenti Assimoco – Assimoco Vita e Gaetano Vicinanza, presidente del Gruppo agenti Sara.

«Chi critica gli accordi dati dovrebbe conoscere il vissuto delle varie rappresentanze agenziali», ha precisato Ulivieri. «A chi incita alla libertà ricordo che questa costa e tanto, perché gestire la responsabilità derivante dall’essere titolari, e gli agenti sono tutti titolari nella relazione con il cliente, non è semplice anche per la compliance che ne consegue».

Il presidente del Gaz ha fatto poi riferimento alla “confusione” che si fa sulla parola “dato”. «Quando sono andato a parlare con il Garante della Privacy, prima della sottoscrizione dell’accordo dati fra il Gaz e la mandante, questo mi ha fatto notare che basta il fatto che un cliente parli con un agente, anche se non ha firmato alcun foglio, per nominare l’intermediario titolare di tutte le sue informazioni. È una nomina implicita, il cliente parla con l’agente e quest’ultimo è già responsabile dei dati. Poi quegli stessi dati qualcun altro li trasforma, ma in realtà sono nostri. Non lo dico io, ma i Tribunali…». (Red)

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