lunedì 08 Settembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

UGF E UNIPOLSAI: LE STRATEGIE E GLI OBIETTIVI NEL RAMO VITA

L’offerta sarà orientata sempre di più verso i prodotti di ramo III e la valorizzazione dei prodotti multiramo.   

Unipol gruppo primo pianoUna nuova offerta previdenziale integrata con servizi di protezione e assistenza; un orientamento del mix di portafoglio sul ramo III e multiramo; un focus sulla redditività, con la riduzione della struttura dei minimi garantiti nei prodotti di ramo I. Sono i tre filoni su cui si concentra il piano industriale di Unipol Gruppo Finanziario e UnipolSai Assicurazioni nel triennio 2016-2018. «Per quanto riguarda i prodotti di ramo III (quelli, cioè, le cui prestazioni principali sono direttamente collegate al valore di quote di organismi di investimento collettivo del risparmio o di fondi interni ovvero a indici e altri valori di riferimento, per esempio le unit linked e index linked, ndr), abbiamo l’ambizione di crescere e arrivare a una quota del 30% del totale dei premi vita  da qui al 2018. Oggi siamo al di sotto del 20%», ha affermato Matteo Laterza, direttore generale di UnipolSai Assicurazioni, che ha poi aggiunto: «Per quanto riguarda la componente di ramo I (cioè le assicurazioni sulla durata della vita umana, ndr), l’obiettivo è quello di ridimensionare la parte di garanzia con il proposito di ridurre a livello complessivo di gruppo la media dei rendimenti minimi garantiti di circa 40 punti base (30 punti base per UnipolSai)».

In particolare, il piano industriale 2016-2018 di Ugf prevede nel 2018 una raccolta vita pari a 7,3 miliardi di euro (da 8,6 miliardi del 2015), con un 59% riferito ai prodotti tradizionali e capitalizzazione (dal 72% del 2015), un 34% relativo a unit linked (dal 22%) e un 7% di fondi pensione (dal 6%).

Il piano di UnipolSai si propone di toccare nel 2018 quota 5,7 miliardi di euro di raccolta premi vita (da 6,7 miliardi del 2015), con un 59% relativo ai prodotti tradizionali e di capitalizzazione (dal 69% del 2015), un 32% riferito alle unit linked (dal 24%) e un 9% riguardante i fondi pensione (dal 7%).

Fabio Sgroi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN COPERTINA