giovedì 16 Ottobre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

UEA: LE TEMATICHE TRATTATE AL SECONDO CONVEGNO IN AMBITO EXPO

L’evento si è svolto a Lucca lo scorso 30 maggio e ha posto l’attenzione sui rischi della filiera dei prodotti enogastronomici di qualità, visti in chiave assicurativa.  

Anna FasoliUn convegno dedicato ai rischi di due filiere simbolo della Toscana: il vino e l’olio extra vergine d’oliva. L’Unione europea assicuratori ha scelto Lucca per celebrare il suo secondo appuntamento in ambito Expo.

L’evento, che si è tenuto lo scorso 30 maggio, è stato aperto con l’intervento di Francesco Barbieri, vicepresidente Uea che ha sottolineato «il ruolo di trait d’union dell’associazione tra il sistema assicurativo e il mondo imprenditoriale» e ha chiarito «l’importanza “operativa” di questo ciclo di eventi-laboratorio finalizzati a dotare gli intermediari professionali di strumenti immediatamente spendibili nella gestione dei rischi delle filiere trattate».

Dopo il saluto del delegato distrettuale Uea della Toscana, Gianfranco Chiti, ha preso la parola Claudio Romiti, direttore dell’Associazione degli industriali della provincia di Lucca, che ha richiamato la necessità di «tutelare e promuovere il made in Italy contrastando il fenomeno dilagante della contraffazione e dell’Italian sounding», cioè l’utilizzo di denominazioni geografiche, immagini e marchi che evocano l’Italia per promozionare e commercializzare prodotti affatto riconducibili al nostro Paese.

«I prodotti agroalimentari hanno acquistato una rilevanza sempre più strategica nel mondo, muovendo capitali enormi e innescando un mercato illegale ancora maggiore, pari a circa 60 miliardi di euro, cioè tre volte il valore dei beni originali esportati», ha affermato nel suo intervento Anna Fasoli (nella foto), consigliere Uea. «Federalimentari ha stimato che nei soli Stati Uniti e Canada  il 97% dei sughi per la pasta è rappresentato da imitazioni, sono fasulli il 76% dei pomodori in scatola e il 94% delle conserve sottolio o sottaceto. Il fenomeno della contraffazione richiede uno sforzo sinergico: un’operazione culturale volta a evidenziare le ripercussioni sociali di questa tipologia di danno e soluzioni innovative per contrastarla anche sul piano assicurativo, con coperture ad hoc per l’agroalimentare».

Mario Cipriano, consigliere Uea, si è invece soffermato sui rischi legati all’etichettatura obbligatoria: «Un’etichetta difettosa o una  contaminazione determinatasi in qualunque punto della filiera produttiva impone all’azienda il ritiro del prodotto e può causare una prolungata interruzione di attività, nonché un grave danno di reputazione. Tutte fattispecie che devono essere preventivamente valutate, stimate e trasferite tramite un piano organico di coperture assicurative», ha detto.

Sul rischio reputazionale è intervenuto Giuseppe Villa, consigliere Uea, più reale «per le imprese di piccola dimensione che non possiedono gli strumenti interni per fronteggiare adeguatamente una crisi che va gestita tempestivamente ed efficacemente su più fronti. In questo senso il ruolo del mondo assicurativo è da un lato quello di creare una cultura del rischio etica, consapevole e volta a far comprendere al management l’importanza di processi e strutture che tutelano i valori intangibili; dall’altro quello di sviluppare garanzie specifiche di crisis mitigation e financial loss».

Al convegno hanno partecipato in qualità di relatori anche Andrea Pulvirenti, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Mario Rocchi, capo della sezione alimentari vari dell’Associazione Industriali di Lucca e contitolare dell’oleificio Rocchi e Moreno Petrini, titolare della Tenuta di Valgiano e presidente del Consorzio Colline Lucchesi. (fs)

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