mercoledì 08 Ottobre 2025

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TRASPORTO MARITTIMO: LE PERDITE TOTALI SI RIDUCONO ANCORA, MA CRESCE IL NUMERO COMPLESSIVO DI INCIDENTI (+5%)

Il rapporto “Safety e Shipping Review 2020” di Allianz Global Corporate & Specialty Se (Agcs) evidenzia, tra l’altro, un aumento delle richieste di risarcimento in particolare per problemi ai macchinari.
  

Diminuiscono ancora (di oltre il 20%) le grandi perdite nel settore marittimo, raggiungendo il minimo storico, ma il futuro del settore è incerto per l’impatto del Covid-19 e delle tensioni politiche.

Secondo il Safety e Shipping Review 2020, studio annuale di Allianz Global Corporate & Specialty Se (Agcs) che analizza le perdite nel trasporto marittimo per oltre 100 tonnellate lorde e che identifica anche le 10 sfide poste dalla crisi del coronavirus che potrebbero avere un forte impatto sulla sicurezza e sulla gestione del rischio, nel 2019 sono state segnalate 41 perdite totali di navi in tutto il mondo, in calo rispetto alle 53 dell’anno precedente. Se si considerano gli ultimi dieci anni, si registra un calo di circa il 70%: un risultato che Agcs definisce «importante, frutto degli sforzi sostenuti nella regolamentazione, nella formazione e nel progresso tecnologico».

Ora c’è il problema pandemia. «Il coronavirus ha colpito in un momento complicato per l’industria marittima, in cui tutti gli sforzi erano rivolti alla riduzione delle emissioni e ad affrontare questioni come il cambiamento climatico, i rischi politici e la pirateria, ma anche problemi operativi come gli incendi», ha dichiarato Baptiste Ossena, global product leader hull insurance di Agcs. «Ora il settore deve superare una ulteriore prova: riuscire a operare in un mondo molto diverso, caratterizzato da uno scenario che, a causa della pandemia, è incerto sia dal punto di vista economico che da quello della salute pubblica».

Baptiste Ossena

Nonostante i disagi nei porti e i continui cambiamenti di equipaggio, il settore marittimo ha continuato a operare anche durante la pandemia. Secondo Agcs la riduzione delle partenze dovuta alle restrizioni del coronavirus potrebbe far diminuire le attività ma ci sono una serie di aspetti che potrebbero far comunque aumentare i rischi. Per esempio: «L’impossibilità di cambiare l’equipaggio può influire sullo stato di salute dei marittimi, rendendo più probabile l’errore umano a bordo; l’interruzione di servizi e manutenzione essenziale può aumentare il rischio di danni ai macchinari, già una delle cause principali di richieste di risarcimento; la riduzione o il ritardo dei controlli stabiliti dalla legge e delle ispezioni nei porti potrebbero portare all’aumento di pratiche scorrette e all’utilizzo di attrezzature difettose; l’eccessiva pressione cui sono poste le supply chain possono far aumentare il numero di danni al carico e i ritardi nelle consegne; la capacità di rispondere rapidamente a un’emergenza potrebbe venir meno, con conseguenze gravi per quegli incidenti che dipendono dal supporto esterno; il numero crescente di navi da crociera e petroliere in disarmo in tutto il mondo ha come conseguenza un aumento dei costi dovuti ai potenziali problemi relativi a condizioni meteorologiche estreme, alla pirateria o ai rischi politici».

Ci sono poi le tensioni geopolitiche e il rischio cyber sulla sicurezza delle spedizioni. Gli eventi nel Golfo dell’Oman e nel Mar Cinese Meridionale dimostrano, evinzia Agcs, che le rivalità politiche in alto mare hanno «un’importanza sempre maggiore e che la navigazione continuerà a risentire delle dispute geopolitiche», L’aumento del rischio politico e dei disordini a livello globale hanno implicazioni per il trasporto marittimo, in particolare «sulla capacità di garantire la sicurezza degli equipaggi e l’accesso sicuro ai porti. La pirateria rimane una delle minacce più preoccupanti, specialmente nel Golfo di Guinea che riemerge come hotspot globale, in America Latina, dove sono aumentate le rapine a mano armata, e nello Stretto di Singapore».

Gli armatori, inoltre, sono sempre più preoccupati dalla prospettiva di un conflitto cyber. Due i principali segnali di pericolo: «sulle navi è stato registrato un numero crescente di attacchi di spoofing Gps, in particolare in Medio Oriente e in Cina, e si segnala un aumento del 400% dei tentativi di cyber-attacchi nel settore marittimo dopo l’epidemia del coronavirus».

Ma vediamo i numeri del rapporto. La regione della Cina meridionale (Indocina, Indonesia e Filippine) rimane il luogo in cui si sono registrate le maggiori perdite (12 navi nel 2019 e 228 nell’ultimo decennio), un quarto del totale mondiale. Tra i fattori che contribuiscono al primato dell’area vi sono: il commercio particolarmente sviluppato, le rotte di navigazione trafficate, l’età avanzata delle flotte, l’esposizione ai tifoni e i problemi di sicurezza su alcune rotte nazionali dei traghetti. Nel 2019, per il secondo anno consecutivo, tuttavia, le perdite sono diminuite. Al secondo e al terzo posto, invece, il Golfo del Messico (4) e la costa dell’Africa Occidentale (3).

Nell’ultimo anno, le navi da carico (15) hanno rappresentato più di un terzo delle navi perse. La causa più frequente delle perdite totali, tre casi su quattro (31), è il naufragio (affondamento/sommersione). Al secondo posto il maltempo, uno su cinque. Tra i maggiori problemi di sicurezza ci sono quelli relativi alle navi per il trasporto di automobili e alle navi roll-on/roll-off (ro-ro). Le perdite totali che coinvolgono le ro-ro sono in aumento rispetto all’anno precedente, così come gli incidenti di minor entità (+20%), un trend confermato anche nel 2020.

Mentre le perdite totali continuano a diminuire, il numero di incidenti marittimi segnalati (2.815) è aumentato del 5% su base annua. Un incremento dovuto soprattutto ai danni ai macchinari, che hanno causato oltre un incidente su tre (1.044). L’aumento degli incidenti nelle acque delle Isole Britanniche, del Mare del Nord, del Canale della Manica e del Golfo di Biscaglia (605) ha fatto sì che, per la prima volta dal 2011, il Mediterraneo orientale non rappresenti più il principale hotspot del mondo, con un incidente su cinque in tutto il mondo.

Nell’ultimo anno sono stati segnalati quasi 200 incendi, in aumento del 13%, che hanno portato a cinque perdite totali solo nel 2019. Il carico dichiarato in modo errato è una delle cause primarie.

Infine una curiosità: le navi che hanno subìto più incidenti nell’ultimo anno sono state due traghetti delle isole greche e un cargo in Nord America, tutte coinvolte in sei diversi sinistri. (fs)

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