sabato 06 Settembre 2025

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TERREMOTO: L’ANIA PROPONE ALLE COMPAGNIE SOCIE L’ADOZIONE DI INIZIATIVE STRAORDINARIE A SUPPORTO DEGLI ASSICURATI DELLE ZONE COLPITE

In particolare, il presidente Farina ha chiesto «la proroga dei termini di pagamento dei premi, la sospensione delle azioni di recupero crediti e la salvaguardia di quei diritti che gli assicurati non possono esercitare a causa dell’emergenza». E si riaccende il faro sulla necessità di una collaborazione pubblico-privato per coprire i danni catastrofali.     

Farina cop«L’adozione di iniziative straordinarie in grado di agevolare gli assicurati delle zone terremotate mediante la proroga dei termini di pagamento dei premi, la sospensione delle azioni di recupero crediti e la salvaguardia di quei diritti che gli assicurati non possono esercitare a causa dell’emergenza». È quanto proposto, nell’immediato, dall’Ania alle imprese associate per supportare le popolazioni colpite dal sisma del centro Italia.

«Successivamente le compagnie si propongono di intervenire con iniziative a diretto sostegno della fase di rinascita e ricostruzione dei paesi colpiti», ha affermato Maria Bianca Farina (nella foto), presidente dell’associazione.

Durante l’ultima assemblea dell’Ania (5 luglio scorso), Farina aveva dedicato un paragrafo della sua relazione proprio alle calamità naturali, sottolineando il fatto che «numerose analisi condotte a livello internazionale evidenziano come negli ultimi anni, su scala mondiale, il numero dei disastri naturali sia aumentato e sia cresciuto il relativo impatto economico a causa della loro maggiore intensità distruttiva. Dal 1980 a oggi, a livello mondiale, l’ammontare medio dei danni da calamità naturali, calcolato su un arco temporale decennale, è passato da circa 50 a più di 200 miliardi di dollari. In parallelo, il valore dei danni assicurati è cresciuto da 10 a 60 miliardi di dollari.   Il territorio italiano presenta, al suo interno, zone che mostrano un’alta esposizione ai disastri naturali di larga scala. Da recenti indagini risulta, ad esempio, che il 45% della popolazione e il 50% delle imprese vive e opera in zone a elevato rischio di alluvione; due terzi dei comuni si trova in zone a rischio terremoto e un’analoga percentuale di fabbricati è costruita senza criteri antisismici».

Poi era entrata nel merito del sistema di copertura dei danni catastrofali adottato in Italia, che ha fatto sì che «fosse sostanzialmente il settore pubblico a coprire i grandi danni avvenuti nel Paese, danni che ammontano ogni anno, in media, a circa 3 miliardi di euro.   Questa situazione ha determinato uno sviluppo a tutt’oggi contenuto del mercato privato. In particolare, mentre risultano abbastanza diffuse le coperture contro alcuni grandi rischi per le aziende, è molto contenuta, anche se in crescita, la diffusione delle coperture per le famiglie. La riforma del sistema risulta un’assoluta necessità proprio per renderlo più moderno, più equo e più efficiente.   L’adozione di un modello misto, pubblico‐privato, comporterebbe benefici di portata generale: maggiore certezza, rapidità e trasparenza nei risarcimenti, un minore onere per le finanze pubbliche, un’attenzione maggiore per le misure di prevenzione del rischio. Solo l’Italia, tra i principali Paesi, non ha ancora un sistema pubblico‐privato per la gestione del rischio catastrofale, in particolare per le abitazioni. Sarà una priorità delle imprese e quindi dell’Ania contribuire al disegno e alla realizzazione di un modello sostenibile che, come accade nel resto del mondo, metta il nostro Paese in sicurezza e si faccia carico degli ormai indilazionabili interventi di prevenzione».

Fabio Sgroi

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