Oggi il convegno di Aiba a Roma. Ecco, in sintesi, come è andata e quanto sottolineato dal presidente Flavio Sestilli.
“La tecnologia può rappresentare un fattore di svolta nello stimolare la prevenzione, sia nella salute personale e collettiva sia nella tutela degli ecosistemi. E grazie a questo suo contributo si potranno ridurre notevolmente anche i costi per il pubblico e per gli stessi risarcimenti, dando un supporto decisivo nel costruire un Paese più resiliente e sostenibile”. È quanto emerso dal convegno di Aiba (Associazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni) che si è svolto oggi a Roma, presso Villa Miani.
L’evento, dal titolo Tech to protect: il broker e l’innovazione tecnologica nella protezione di ecosistema, imprese e cittadini, ha messo insieme esponenti del mondo accademico, delle assicurazioni, dei consumatori e del welfare che si sono confrontati in merito al ruolo della tecnologia nel rispondere ad alcune sfide che la nuova era sta ponendo: il cambiamento climatico e l’invecchiamento della popolazione.
«Il cambiamento climatico, con i suoi fenomeni sempre più frequenti e intensi, sottolinea come la sostenibilità non possa più essere posta in discussione, ma rappresenti l’unica direzione possibile», ha dichiarato Flavio Sestilli (nella foto), presidente di Aiba. «Anche se è da poco stato prorogato, l’obbligo per le imprese di stipulare l’assicurazione contro i rischi catastrofali, nel complesso è un provvedimento che potrà contribuire a rendere più sostenibile il sistema Paese, e darà resilienza, forza alla supply chain, favorendo la continuità di business anche in caso di eventi catastrofali. Ma non basta: per un Paese davvero sostenibile e resiliente, occorrono ulteriori interventi di prevenzione, mitigazione e adattamento. Inoltre, è necessario che anche le istituzioni mettano in atto nuove misure per rendere più sicuro il territorio, ante e post evento».
Il convegno ha poi approfondito l’evoluzione demografica dell’Italia, che pone sotto pressione la tenuta e la stabilità economica e sociale, generando conseguenze sul settore sanitario e sull’assistenza, sul sistema pensionistico e sul mondo del lavoro. Ecco allora che si rende necessario un ventaglio di interventi, quali politiche di assistenza sanitaria, partnership pubblico-privato, sinergie col terzo settore, semplificazione burocratica, potenziamento del welfare territoriale.
In questo percorso, la tecnologia “potrà offrire un importante supporto nel migliorare, ad esempio, la capacità di diagnostica e cura così come nella tutela degli ecosistemi”.
«L’evoluzione tecnologica», ha affermato Sestilli, «può essere un volano anche per il settore assicurativo e per quello dell’intermediazione. La prevenzione è uno dei settori in cui ci saranno i vantaggi maggiori. Più useremo la tecnologia e l’intelligenza artificiale, più riusciremo – ad esempio grazie all’analisi dei dati – a prevenire i rischi della salute e ad avere persone più sane, intervenendo in anticipo. Questo ridurrà i costi sul pubblico e porterà anche a ridurre anche i costi dei risarcimenti. La tecnologia ci aiuterà infine a cambiare visione del mondo assicurativo: da mero pagante di indennizzo a evento avvenuto, al soggetto che aiuta a stare meglio e dà consigli per abbattere il rischio, aumentando la resilienza della società. È quello che si chiama Impact Underwriting».
E ancora sull’evoluzione tecnologica. «Mettendo a disposizione di noi broker nuovi strumenti e nuove opportunità, conferma e rafforza quello che è da sempre il nostro ruolo sociale. Come intermediari a metà strada tra il mercato assicurativo e le imprese, siamo in una posizione ideale per leggere i cambiamenti in corso nella società, intercettare i bisogni emergenti, supportare i clienti con la nostra consulenza professionale, anche potenziata dalla tecnologia e dall’AI, e rappresentare le nuove esigenze al mercato, facendo da motore di innovazione. E non solo. Oggi vediamo che i broker sono anche, e sempre più, consulenti di persone fisiche: le aiutano a pianificare al meglio le strategie di tutela del rischio. Siamo certi che questo trend andrà ad evolversi in futuro», ha concluso il presidente dell’Aiba. (fs)
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