Il presidente del Gruppo agenti Italiana Assicurazioni va oltre e lancia qualche idea: «Probabilmente ora è il momento di “guidare” gli agenti verso uno o più modelli di business nuovi, dove ognuno, o almeno la maggior parte di noi possa ritrovarsi».
Giuseppe Sutera, presidente del Gruppo agenti Italiana Assicurazioni, si dice «perplesso» di fronte alla nascita di un terzo soggetto (Uniagenti) che si propone di tutelare la figura dell’agente di assicurazione a livello nazionale.
Contattato da Tuttointermediari.it, Sutera ha provato ad analizzare la situazione riconoscendo che «in fondo è stato lo Sna a espellere Roberto Salvi (il presidente di Uniagenti, ndr) e questo è stato un grave errore a parer mio». Poi, però, ha dichiarato che «ciò non significa che sia utile la costituzione di un nuovo sindacato. Oltretutto lo stesso Salvi, che comunque non conosco personalmente, quando è stato chiamato a spiegare la sua posizione in un consesso dove erano presenti diversi presidenti di gruppo ha delegato».
Sutera non crede «che i colleghi che a oggi non sono iscritti a nessuna delle sigle già esistenti abbiano questo atteggiamento perché non si sentono rappresentati, ma perché non vogliono che qualcuno li rappresenti. Siamo una categoria molto individualista e bloccata fra le posizioni di libero professionista, imprenditore e dipendente parasubordinato (in particolare per i monomandatari)», ha affermato. «Lo Sna, in particolare con la battaglia per le collaborazioni orizzontali, più che per il plurimandato, ha fatto fare un gran passo avanti alla categoria, ci è voluta una norma però per farci emancipare un po’».
L’agente di Palermo ha lanciato qualche idea. «Probabilmente ora è il momento di “guidare” gli agenti verso uno o più modelli di business nuovi, dove ognuno, o almeno la maggior parte di noi possa ritrovarsi. Dall’intervista rilasciata a Tuttointermediari.it da Salvi mi sembra che questo sia uno degli obiettivi che si prefigge. Gli auguro di avere successo, anche se meglio sarebbe stato farlo all’interno di una sigla sindacale già esistente. Forse, vista l’eterogeneità della nostra categoria, i sindacati potrebbero “dividersi” la rappresentanza per categoria e tipologia di agenti. La stessa cosa si potrebbe fare anche con un unico grande sindacato che vedrebbe la convivenza di visioni diverse, ma tutte funzionali alla nostra attività, vista l’esiguità del numero dei rappresentati rispetto al totale della categoria».
Fabio Sgroi
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