giovedì 11 Settembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

STEFANO SARDARA E LA FAVOLA DELLA DINAMO BASKET

Agente Reale Mutua a Sassari, è anche presidente della Dinamo Sassari che, partita dal nulla, negli ultimi due anni ha alzato al cielo due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. E non è finita qui…

 

Stefano SardaraStefano Sardara (nella foto a lato) deve molto a suo padre. Da lui ha infatti ereditato due passioni: l’assicurazione e il basket. Oggi rappresentano tutto per il 45enne agente di Sassari. Da cinque anni lavora per Reale Mutua (dopo l’esperienza in Axa Assicurazioni) e da luglio 2011 è il presidente della Dinamo Sassari, squadra di basket che milita nel massimo campionato italiano e che è in forte ascesa. Anche se Sardara non si scompone più di tanto, dal momento che ci tiene a sottolineare che il vero valore dello sport non è il risultato a tutti i costi, ma è dare un qualcosa in più, soprattutto nel sociale.

E la prima domanda che tuttointermediari.it pone all’agente sardo non può non fare riferimento all’evento benefico di mercoledì scorso a Torino, sostenuto da Reale Mutua: un’amichevole fra Dinamo Sassari e Pms Manital Torino (due tra le compagini più in forma del panorama cestistico italiano) il cui ricavato è andato a favore delle onlus Aisla (l’Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica che combatte quotidianamente contro la Sla) e Marco Berry Torino (l’Associazione nata nel 2011 con lo scopo di aiutare i bambini meno fortunati di tutto il mondo).

Domanda. Come è andata questa serata di sport e solidarietà?

Risposta. Direi molto bene. Torino ha risposto alla grande, dal momento che c’è stato il sold out nonostante la diretta su Sky e su alcune emittenti locali. Siamo felici di aver raccolto un bell’incasso per la Aisla e l’associazione di Marco Berry. Siamo riusciti a riempire un palazzetto abbastanza grande come il Palaruffini, cosa che a Torino non si vedeva da anni. Il palazzetto era pieno, circa 4.500 gli spettatori presenti. È stata una bella serata. (Nella foto sotto a destra, un momento della presentazione dell’evento. Sardara è il quarto da sinistra. Il terzo da sinistra è Luca Filippone, vice direttore generale di Reale Mutua)

conferenza Reale MutuaD. Da quanto tempo è agente assicurativo?

R. Dal gennaio 1989. Sono figlio d’arte, visto che mio padre era in Abeille. Appena mi sono diplomato ho cominciato a lavorare proprio per questa compagnia e nel 1994, dopo la laurea, ho assunto il mandato. Dopo la breve esperienza in Uap ho lavorato per Axa Assicurazioni fino al 2009. Subito dopo è cominciata la mia esperienza in Reale Mutua.

D. Come nasce la passione per il basket?

R. Anche in questo caso c’è lo zampino di mio padre. Da universitario giocava a pallacanestro a livello dilettantistico, ai tempi del Cus, e così mi ha trasferito questa sua grande passione che ho avuto sin da piccolo. Inevitabilmente sono entrato nel giro, da appassionato, da sponsor e da presidente di alcune società dilettantistiche, prima di iniziare la mia avventura alla guida della Dinamo Sassari.

D. Come concilia l’attività di agente assicurativo con quella di presidente di una società che comunque gioca in Serie A e dunque è impegnata non poco…

R. Direi abbastanza bene. L’esperienza agenziale, che ormai va avanti da tanti anni, mi ha consentito di portare a frutto i risultati di una attività di squadra: in agenzia, infatti, ho una struttura che mi permette di dedicarmi anche ad altro. L’attività sportiva, svolta con una logica imprenditoriale-manageriale, ha richiesto ultimamente un impegno maggiore e una attenzione particolare. La Dinamo va a giocare anche in Europa e quindi niente può essere lasciato al caso.

D. Come è il suo rapporto con la tifoseria locale? C’è chi viene a trovarla in agenzia perché sa che lei è il presidente della squadra e magari sottoscrive anche qualche polizza assicurativa…?

R. (ride) No, non è esattamente così, ma è innegabile che le due attività siano strettamente connesse.

D. La compagnia come si pone? Sostiene il suo progetto?

R. Sì, e lo fa in maniera strepitosa. Lo abbiamo visto anche mercoledì scorso…Reale Mutua è il nostro sponsor e lo è stato sin dall’inizio, credendoci a prescindere, ancor prima che arrivassero i risultati. Anche il top management della compagnia ci segue molto dal punto di vista passionale, al punto che spesso assiste alle nostre partite in giro per l’Italia e in Europa. Il vice direttore generale Luca Filippone, per esempio, ha l’en plein di tutte le finali e di tutte le coppe che abbiamo vinto. E anche il direttore generale Luigi Lana, alla fine dell’anno scorso, è venuto a Sassari per assistere alla gara di Eurolega contro l’Unics Kazan. Il supporto della compagnia non è solo societario, ma anche passionale. Personalmente sono contento di questo. Del resto fa parte della cultura di Reale Mutua.

Stefano Sardara 2D. Per il quinto anno consecutivo siete in Serie A e negli ultimi due anni avete alzato al cielo tre titoli: nella stagione 2013-2014 avete trionfato in Coppa Italia contro Montepaschi Siena e in questa stagione avete vinto la Supercoppa italiana, battendo l’Armani Milano, e nuovamente la Coppa Italia, lo scorso febbraio, contro l’Olimpia Milano. I risultati stanno arrivando e anche velocemente…

R. Sì, anche se il nostro obiettivo è quello della permanenza in Serie A. La società arrivava da un quasi fallimento per cui era importante fare un’opera di costruzione sia dal punto di vista dei numeri, sia a livello sportivo. Fatto tutto ciò abbiamo azzeccato alcune scelte in chiave risorse umane: il nostro general manager, Federico Pasquini, insieme con l’allenatore Romeo Sacchetti, sono stati sicuramente i due fautori della strategia sportiva che ci ha aiutato a raggiungere i risultati.

D. Che cosa manca a questa squadra per vincere il titolo? In fin dei conti siete attualmente secondi in classifica, dietro Milano che peraltro avete battuto in gare secche…

R. Eh ma questa equazione purtroppo non vale…Se la mettiamo sul piano dei budget quello di Milano è molto più importante del nostro, eppure in più di una occasione ci è andata bene. Il problema è quando devi giocare al meglio delle 7 partite. Qui si fa più dura perché vengono fuori le differenze strutturali ed economiche. In altre parole è come se, in campo assicurativo, dovessi coprire un singolo rischio e devo competere con la prima compagnia: magari riesco pure a spuntarla. Se, al contrario, ragiono su una serie di rischi allora fatico di più. Il concetto è più o meno lo stesso.

Fabio Sgroi

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