Claudio Demozzi, presidente del Sindacato nazionale agenti, si dice amareggiato «per vedere vanificati i progressi che, con grande sforzo, avevano visto avvicinarsi le reciproche posizioni».
Il tentativo di arrivare a una soluzione comune per salvare il Fondo pensione agenti di assicurazione dal commissariamento resta ancora vano. Nella giornata di ieri, il Sindacato nazionale agenti ha diramato una nota con la quale ha espresso tutta la sua amarezza di fronte a una situazione che non riesce a sbloccarsi.
«Prendo atto della dichiarata indisponibilità dell’Ania a farsi carico di un problema relativo a uno strumento fino a oggi gestito pariteticamente con Sna ed esprimo tutta l’amarezza per veder vanificati i progressi che, con grande sforzo, avevano visto avvicinarsi le reciproche posizioni». Queste le parole di Claudio Demozzi (nella foto), presidente dello Sna, di fronte al mancato accordo raggiunto con l’Ania.
«L’attenzione», si legge nella nota, «è ora rivolta alle decisioni del Ministero del Lavoro e della Covip, Autorità di vigilanza sui Fondi Pensione, che hanno il potere di disporre il commissariamento del Fondo. La mediazione del Ministero del Lavoro aveva permesso negli ultimi mesi un avvicinamento delle posizioni di Sna ed Ania, anche perché, nel tempo, erano emersi degli attivi finanziari che inducevano a una visione meno pessimistica del bilancio prospettico e tutto faceva pensare a una imminente conclusione concordata della vicenda, attraverso una riduzione importante ma necessaria delle pensioni e delle promesse pensionistiche, un aumento del contributo una tantum delle imprese e il ricorso alle plusvalenze latenti e ai rendimenti attesi per calmierare tale riduzione a livelli accettabili».
Demozzi: «Ancora una volta debbo rilevare che alla tanto spesso proclamata considerazione verso gli agenti, i quali assicurano ancora oggi alle imprese gran parte degli utili miliardari del sistema, non corrisponde da parte delle imprese una concreta disponibilità ad impegnarsi nel momento del bisogno».
I presidente dello Sna si dice ancora disponibile a un ulteriore confronto con l’Ania e con il Ministero del Lavoro, «anche in funzione della disponibilità dell’attuale vertice Ania che credo si sia reso perfettamente conto della gravità di una scelta di chiusura delle compagnie per la qualità dei futuri rapporti tra agenti e imprese. Gli agenti sono pronti a grandi sacrifici pur di salvare il loro Fondo pensione, ma tutto ha un limite». (fs)
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