Con l’evento di venerdì scorso a Milano, l’associazione presieduta dall’agente Roberto Conforti ha concluso il ciclo di tre incontri che hanno avuto l’obiettivo di tracciare un quadro delle criticità, ma anche delle potenzialità di sviluppo dell’offerta assicurativa relativa ai rischi della filiera agroalimentare.
«La filiera agroalimentare in Italia vale l’8,7% del Pil, genera 3,3 milioni di posti di lavoro (pari al 13,2% degli occupati) e le esportazioni crescono a velocità doppia rispetto al totale dell’export italiano. É un mondo fatto di eccellenze e di piccole storie famigliari che diventano successi globali, ma anche un mondo di rischi che, nel lungo percorso dalla terra alla tavola, possono interessare una molteplicità di soggetti e fattispecie». Per questa ragione il piano Uea per l’Expo, inaugurato dall’associazione a marzo scorso e conclusosi venerdì 25 settembre a Milano (nella foto, un momento dell’evento) ha richiesto due anni di studi e ricerche che hanno coinvolto centri del sapere e mondo imprenditoriale in uno sforzo di analisi ed elaborazione condivisa dei diversi aspetti del problema.
Il fenomeno stratificato e multiforme della contraffazione, con tutte le sue implicazioni: dall’agrocriminalità al danno di immagine, alla perdita di profitti provocata dal dilagare dell’Italian Sounding; il preciso panel di norme che regolano l’etichettatura che può provocare ritiri di prodotto su vasta scala con conseguenze economico-produttive di notevole portata; il rischio sempre più reale in un mondo globalizzato, “social” e interconnesso, legato alla reputazione di aziende che hanno impiegato anni per costruire un brand di successo e che possono comprometterla per errori banali o per l’errata gestione di una crisi.
Questi macro ambiti di criticità, rilevati dai relatori Uea Anna Fasoli, Mario Cipriano e Giuseppe Villa hanno costituito il filo conduttore della riflessione dell’associazione nei tre incontri organizzati a Matera, Lucca e Milano che complessivamente hanno trattato nel dettaglio, anche scientifico, microbiologico e produttivo, sei filiere: ortofrutta di qualità; grano-pasta-pane fresco e prodotti da forno; olio extravergine d’Oliva Igp; vini Doc/Docg/Igt; Parmigiano-Reggiano e formaggi Dop;salumi e insaccati Dop/Igp.
Come ha sottolineato Francesco Barbieri, vicepresidente Uea, si è trattato di una sfida, culturale e organizzativa per l’associazione volta a richiamare da un lato l’attenzione delle compagnie, per dare risposta alle esigenze di tutela di una colonna portante dell’economia e dall’altro degli intermediari professionali, chiamati a diventare partner strategici delle imprese qualificandosi rispetto ai competitors e valorizzando la propria funzione sociale.
Nella tavola rotonda moderata da Roberto Conforti, presidente Uea, e alla quale hanno preso parte rappresentanti di Allianz Global Corporate & Specialty Se, è emersa proprio «la necessità di creare una sinergia di intenti e un’azione coordinata tra compagnie e intermediari fin dal primo contatto con l’azienda, attraverso la predisposizione di questionari di autovalutazione, materiale informativo specificamente dedicato all’analisi dei rischi, sopralluoghi e procedure ad hoc per le diverse filiere con l’intervento di consulenti specializzati. (fs)
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