martedì 28 Ottobre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

SEMPLIFICAZIONE DEI CONTRATTI. STERBINI: «SNA CONCENTRATO SU DUE PUNTI: LUNGHEZZA DEI TESTI E IUS VARIANDI»

Il vice presidente del Sindacato nazionale agenti: «Oggi stiamo assistendo alla compagnia che trasferisce il rischio all’assicurato e agli agenti che si trovano a dover adeguare i bisogni del cliente e quelli della mandante. Questo è molto pericoloso in un contesto di responsabilità civile in cui ci troviamo a operare noi intermediari».

 

Sergio Sterbini

Il tema della semplificazione dei contratti è da tempo nell’agenda del Sindacato nazionale agenti (Sna). Un tema attuale, che andrebbe trattato di petto e in modo urgente: pena la fiducia che sempre di più viene a mancare fra i consumatori e il mondo delle assicurazioni. Ne ha parlato Sergio Sterbini, vice presidente dello Sna, intervenuto recentemente a una tavola rotonda sul tema “semplificazione dell’informativa precontrattuale e chiarezza dei contratti assicurativi”, nell’ambito della presentazione dell’Annual Report 2024 del Cesia (Centro studi intermediazione assicurativa).

Il Sindacato ha posto all’attenzione del legislatore, dell’Ivass e anche dell’Ania due punti, in particolare.

«Il primo», ha spiegato Sterbini, «è la lunghezza dei contratti. Oggi, proporre al cliente un contratto di oltre 600 pagine credo sia un percorso da cui è difficile uscirne. Ed è paradossale che poi ci sono polizze, penso per esempio alla Rc professionale di un avvocato, destinate a un target più evoluto, culturalmente preparato, più abituato a leggere contratti complicati, che hanno un numero di pagine decisamente inferiore,  50-60…».

Il secondo punto, ha continuato il vice presidente dello Sna, riguarda l’inserimento nei contratti di clausole, modifiche, garanzie, esclusioni che «sono sempre più complesse e incomprensibili e sempre più lontane da quello che dovrebbe essere il cuore della polizza di assicurazione». Inevitabile il riferimento allo ius variandi, cioè «la possibilità che viene data alla compagnia durante o alla conclusione del periodo di durata del contratto assicurativo attraverso delle forme più fantasiose e variegate possibili, di modificare le condizioni e le tariffe».

Per Sterbini, «al di là dell’aspetto etico, morale e sociale di inserire clausole del genere su un contratto di garanzia come la polizza assicurazione c’è anche da considerare come spiegarlo al cliente. Oggi stiamo assistendo alla compagnia che trasferisce il rischio all’assicurato e agli agenti che si trovano ad adeguare i bisogni dell’assicurato e quelli della compagnia mandante. Questo è molto pericoloso in un contesto di responsabilità civile in cui ci troviamo a operare noi intermediari».

Lo Sna, in merito a quest’ultimo punto, ha più volte presentato richieste di chiarimento all’Ivass, ha fatto sapere Sterbini. «L’authority ci ha risposto attraverso un comunicato ufficiale, fatto sta che, in assenza di una normativa sullo ius variandi, le polizze rasentano delle clausole fantasiose che secondo noi non rispettano neanche i parametri indicati dalla stessa autorità di vigilanza». Ma c’è un altro aspetto che suscita dubbi (e preoccupazione) nello Sna e riguarda il concetto della consapevolezza. «Nella comunicazione dell’Ivass», ha osservato Sterbini, «è riportato che la consapevolezza della portata della clausola è fondamentale per la validità della stessa. Secondo noi la consapevolezza è un qualcosa di soggettivo e difficilmente misurabile, nel senso che può essere influenzata da tanti aspetti che possono riguardare la cultura dell’assicurato, l’attenzione, l’eventuale stato al momento della firma del contratto assicurativo…».

La semplificazione dei contratti assicurativi è sì un obiettivo e non può essere slegato a quella che la fiducia del cliente verso il mondo delle assicurazioni e in particolare verso gli intermediari. «Oggi questa fiducia, in Italia, è ai minimi livelli e se vogliamo migliorare qualcosa non si fa aggiungendo allegati e altri documenti da firmare, ma è necessario creare un rapporto molto più semplice e diretto fra cliente e intermediario».

Non solo. Per lo Sna la complessità dei contratti alimenta anche l’intermediazione abusiva. «Il senso di sfiducia del cliente porta quest’ultimo a ricercare soluzioni più a buon mercato e quindi a un prezzo più basso senza considerare le condizioni assicurative», ha sottolineato Sterbini. «Dirò di più: l’intermediazione assicurativa fatta nel supermercato, nella grande distribuzione, attraverso un gestore telefonico o un fornitore di energia non rappresenta il percorso per migliorare la semplificazione e la comprensione dei contratti da parte dei clienti, né agevola l’aumento della cultura assicurativa a cui aspiriamo tutti».

Fabio Sgroi

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