Il segretario generale dell’Ivass: «Chiarezza e semplificazione devono riguardare non solo il linguaggio, ma anche quantità e tipologia di contenuti e documenti e la stessa struttura contrattuale, per agevolare la comprensione dei testi e consentire all’assicurato una consapevole manifestazione del consenso e un esercizio più agevole dei diritti che derivano dal contratto stesso».

Stefano De Polis, segretario generale dell’Ivass, l’ha definita una sfida: quella, per le compagnie di assicurazione, ma anche per altri operatori del mercato finanziario (e non) che offrono i loro prodotti a vaste platee di imprese e individui, di essere in grado di integrare e valorizzare nella struttura e nei testi dei documenti precontrattuali e contrattuali i necessari contenuti e linguaggi giuridici e tecnici con le moderne regole dell’informazione e della comunicazione.
De Polis ha approfondito il tema nel corso di un suo recente intervento a un webinar organizzato dall’Università di Roma La Sapienza. «Chiarezza e semplificazione», ha affermato il segretario generale, «devono riguardare non solo il linguaggio, ma anche quantità e tipologia di contenuti e documenti e la stessa struttura contrattuale, il tutto per agevolare la comprensione dei testi e consentire all’assicurato una consapevole manifestazione del consenso e un esercizio più agevole dei diritti che derivano dal contratto stesso».
L’Ivass, anche attraverso l’esame dei reclami degli assicurati, ha evidenziato come «un motivo di insoddisfazione della clientela e di contenzioso derivi a volte da non chiare e univoche clausole contrattuali, soprattutto in tema di eventi coperti dal contratto (garanzie) e di esclusioni (ciò che non è coperto). Tecnicismi e ambiguità non sono percepite dall’assicurato in sede di stipula e finiscono per costituire fonte di conflitto in caso di sinistro», ha fatto presente De Polis.
È stato ricordato, fra le altre cose, come un paio di anni fa, per rispondere a questa esigenza, l’Ania e le associazioni dei consumatori e degli intermediari, su impulso dell’Ivass, abbiano lavorato alla formulazione di precise linee guida a supporto della semplificazione della struttura e del linguaggio dei contratti di assicurazione. «Le linee guida», ha osservato De Polis, «delineano una nuova struttura contrattuale di riferimento, più semplice (eliminando, ad esempio, la vecchia distinzione tra “condizioni generali” e “condizioni speciali” di polizza, fonte di incomprensioni), un testo arricchito con esempi, tabelle di sintesi e passaggi rilevanti opportunamente evidenziati ed interventi sulla chiarezza del linguaggio con l’obiettivo di rendere più fluida la lettura e la comprensione del contratto. A partire dal mese di dicembre 2018 e fino a tutto l’anno 2020, 115 imprese, tra italiane ed estere, hanno comunicato di aver redatto nuovi testi contrattuali o revisionato quelli esistenti in base alle linee guida Ania per quasi 1.500 prodotti».
De Polis ha aggiunto che «si è toccato con mano che il lavoro di revisione formale delle clausole, se non abbinato a un ri-disegno più lineare del prodotto, ottenibile a partire dall’elaborazione del suo concept, non consente di raggiungere gli obiettivi di semplificazione auspicati. Per questo motivo vediamo con favore anche un ampio utilizzo delle nuove opportunità offerte dalla Idd e dalle tecnologie digitali».
Il segretario generale dell’istituto di vigilanza vede positivamente sia il ricorso da parte delle compagnie a focus group di consumatori, «che consentano – testi contrattuali alla mano – di verificare se il linguaggio è chiaro e altrettanto le garanzie e le esclusioni», sia l’intelligenza artificiale applicata ai testi contrattuali, che «consente di avere valutazioni oggettive sul grado di comprensibilità e adeguatezza dei testi rispetto alle caratteristiche del target di mercato cui è destinato il prodotto».
De Polis ha sottolineato che «è interesse condiviso introdurre stabilmente nel quadro normativo settoriale modalità semplificate di sottoscrizione dei contratti assicurativi, bancari e finanziari, elaborando soluzioni calibrate che coniughino istanze di digitalizzazione e modernizzazione con adeguati presidi a tutela della clientela». A questo proposito ha preso avvio un’interlocuzione tra il Mef/Mise, le autorità di vigilanza competenti e il mercato.
Fabio Sgroi
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