Gentile Redazione di tuttointermediari.it,
vorrei esprimere la mia opinione prendendo spunto dall’ultimo articolo che avete pubblicato sulla questione relativa alle sanzioni. Nonostante si tratti di inadempienze gravi rispetto a una normativa ormai assodata e in vigore da qualche anno, ritengo che le sanzioni di natura pecuniaria a carico degli intermediari siano sproporzionate per entità e metodo di applicazione.
Hanno un carattere troppo repressivo, con il rischio sostanziale di decretare il fallimento dell’impresa-agenzia anche di fronte a errori formali. Non è pensabile sottovalutare l’importanza e il ruolo dell’attività di controllo, ma è altrettanto opportuno, a mio parere, ripensare un sistema che miri, prima di tutto (oltre a tutelare i consumatori attraverso una regolamentazione più chiara e snella e un’attività di contrasto agli illeciti) a educare gli operatori, soprattutto di fronte a comportamenti che nonostante siano opinabili e censurabili nella forma, non hanno provocato danni nella sostanza.
Non si può trascurare l’eccesso burocratico a cui sono chiamati gli intermediari, insieme alle complesse ed eterogenee articolazioni che caratterizzano il mondo agenziale. Inoltre, accanto alle difficoltà operative, non possiamo nascondere quelle interpretative che talvolta talune disposizioni regolamentari hanno generato, soprattutto a ridosso della loro entrata in vigore. È assurdo che di fronte a una sanzione disciplinare diversa dalla radiazione un intermediario rischi comunque di dover abbandonare l’attività al pari di una radiazione perché non in grado di far fronte economicamente a delle ammende sproporzionate rispetto alle dimensioni, alla natura e alla redditività dell’agenzia.
Ciò deve far riflettere, senza per questo giustificare in nessun modo comportamenti erronei e censurabili, circa l’attuale assetto sanzionatorio che, ribadisco, si dimostra assolutamente repressivo.
Fabrizio Ghironi, agente ad Arezzo (nella foto)