mercoledì 17 Settembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

SALVI E LA NASCITA DI UNIAGENTI: «VOGLIAMO VINCERE BATTAGLIE CHE ALTRI HANNO ABDICATO. CONTERANNO I RISULTATI CONCRETI CHE PORTEREMO ALLA CATEGORIA»

Il presidente del nuovo sindacato spiega a Tuttointermediari.it il perché di questa iniziativa che sta facendo discutere il mondo degli agenti. «Vogliamo restituire prestigio e importanza alla nostra figura di intermediario…», dice.  

 

Roberto Salvi mentre firma l’atto di costituzione di Uniagenti

È la notizia che in queste ore sta catalizzando l’attenzione del mondo degli agenti. Almeno di quelli che credono nel ruolo dei sindacati o delle associazioni di categoria che difendono (questa è la loro missione dichiarata) gli interessi di questa figura di intermediario assicurativo. Il riferimento è alla nascita di un terzo soggetto (oltre a Sna e ad Anapa Rete ImpresAgenzia) che dichiara di tutelare gli agenti di assicurazione. La denominazione è Unione Nazionale Italiana Agenti (Uniagenti), aderente al SI.NA.L.P. – Confederazione Sindacale Nazionale Autonoma dei Lavoratori e dei Pensionati.

Fra i soci fondatori c’è Roberto Salvi, per tanti anni militante nel Sindacato nazionale agenti, da cui è stato espulso l’anno scorso. A lui è stato affidato l’incarico di presidente. Tuttointermediari.it lo ha intervistato.

Domanda. Da poche ore è nata Uniagenti. C’era davvero bisogno di un nuovo sindacato? 

Risposta. La risposta è semplice. Tanto più riusciremo a vincere battaglie che altri hanno abdicato (leggasi rinnovo Ana, ma non solo), tanto più sarà chiaro che c’era bisogno di un nuovo sindacato. Per noi conteranno i risultati concreti che porteremo alla categoria. Non solo i selfie con i politici di Roma. C’è sicuramente bisogno di un nuovo modo di fare sindacato. C’è sicuramente bisogno di ridare dignità, stabilità e autonomia alla categoria.

D. Quali sono gli obiettivi che vi proponete di raggiungere? 

R. Meno chiacchiere e più fatti concreti. La categoria ha bisogno di qualcuno che tracci la rotta e guardi al futuro. Gli attuali modelli distributivi saranno ancora attuali nel futuro? Abbiamo bisogno di studiare (tanto) e ridisegnare il ruolo e la professione dell’agente. Aiutare i colleghi con progetti concreti, supportandoli nei loro reali bisogni. Tutelare l’attività degli agenti di assicurazione, salvaguardare i punti di forza della professione, essere vicini alle esigenze dei colleghi. Agevolare quella cultura della solidarietà reale che deve portare il singolo a rinunciare a qualcosa in favore del bene comune. Non è semplice perché è normale la presenza di un forte individualismo nel nostro mestiere, ma è la strada migliore e forse l’unica nel mondo odierno per vedere rispettati i propri diritti e le proprie prerogative.

D. I vertici di Uniagenti sono iscritti (o sono stati iscritti) Sna. Perché non si è cercato di farsi largo all’interno del Sindacato nazionale agenti e si è optato, invece, per la costituzione di una nuova associazione? 

R. Non ho mai cercato di “farmi largo” in nessun contesto. Ho sempre solo cercato, in tutti gli ambiti della mia vita, di fare semplicemente la mia parte lavorando con passione e determinazione a ciò che ritengo meritevole. In ambito sindacale ho realizzato qualcosa in oltre vent’anni di attività e molti colleghi lo hanno apprezzato dandomi fiducia e seguendomi nelle proposte. Questo mi ha permesso di realizzare insieme ad altri agenti progetti che da solo non avrei mai potuto realizzare, mi ha permesso di crescere professionalmente, e non solo, molto più di quanto avrei mai potuto immaginare. Lavoro nella direzione di trovare, creare e vivere solo un clima positivo, stimolante e fresco dove a “farsi largo” siano le idee prima degli uomini, i progetti concreti in luogo degli slogan, i fatti a posto delle parole, l’esempio più delle promesse. Le lodi e le critiche (quando eccessive) possono essere entrambe dannose se e quando sostituiscono una sana e pacata analisi razionale della realtà. La sfida è valorizzare i colleghi in base alla qualità del lavoro che svolgono, al talento e alla buona volontà.

I soci fondatori di Uniagenti. Da sinistra: Adriano Perrone, Emilio Gaeta, Umberto D’Andrea, Roberto Salvi, Pisana Liberati, Maurizio Brunetti, Carla Rosano, Carlo Bracci e Andrea Governatori. L’atto di costituzione del nuovo sindacato è stato firmato a Roma presso lo studio del notaio Alessandro Bonanni

D. Come ha intenzione di porsi, Uniagenti, nei confronti dei gruppi aziendali agenti? 

R. Sindacato e gruppi agenti sono sinergici. Devono lavorare in squadra e non in contrapposizione. Abbiamo diverse idee su come strutturare il rapporto con i gruppi, che avranno senz’altro un ruolo centrale in Uniagenti, sono i benvenuti e auspichiamo si iscrivano. Importante il loro ruolo che è ovviamente diverso da quello di un Sindacato.

D. Numericamente dove volete arrivare? Quanti iscritti? 

R. Basta pensare che la maggioranza dei colleghi attualmente non è iscritta ad alcun Sindacato.

D. Come vi muoverete per strutturare i vertici del nuovo sindacato (a livello nazionale, regionale, provinciale)?

R. Vogliamo mettere in piedi strutture semplici e vicine alla base degli iscritti. Abbiamo uno statuto che è stato oggetto di attenta e lunga analisi al nostro interno per cercare quelle regole che potessero evitare il ripetersi di limiti o errori vissuti da ognuno di noi in precedenti esperienze di vita sindacale.

D. Quale messaggio si sente di dare alla categoria? Perché un agente dovrebbe iscriversi all’Uniagenti? 

R. Per evitare ulteriori anni di politiche sindacali fallimentari. Per essere protagonista e dare forza a un progetto capace di restituire prestigio e importanza alla nostra categoria. Per far riconoscere nei fatti il ruolo centrale degli agenti di assicurazione nel mercato assicurativo italiano: le istituzioni oramai in diverse occasioni pubbliche non citano nemmeno più gli agenti, a dispetto della grande forza della categoria che è semplicemente inespressa.

Fabio Sgroi

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