sabato 06 Settembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

ROSSI: «ECCO COSA DEVE FARE L’INTERMEDIARIO TRADIZIONALE PER SCONGIURARE IL RISCHIO DISINTERMEDIAZIONE TOTALE»

Il presidente dell’Ivass, intervenuto all’ultima edizione dell’insurance Day 2016, ha fatto il punto anche alla luce della rivoluzione digitale in atto.  

Salvatore Rossi giugno 2016Le conseguenze della rivoluzione digitale sulla distribuzione tradizionale? Per Salvatore Rossi (nella foto), presidente dell’Ivass, «sono profonde». E l’innovazione tecnologica «in parte rende obsoleta la figura dell’intermediario tradizionale: è un fenomeno già in atto, specie nei prodotti di massa a più elevata standardizzazione. Affinché tutto questo non si traduca in disintermediazione totale, l’intermediario tradizionale deve sviluppare il suo proprio specifico valore aggiunto: competenza, affidabilità, correttezza dei comportamenti, capacità di fidelizzare il cliente; deve sapersi mettersi in gioco, imparare a gestire le novità, utilizzando la tecnologia».

Così si è espresso il presidente dell’istituto di vigilanza nel corso del suo intervento all’Insurance Day 2016, evento dedicato ai top manager del settore assicurativo organizzato da Accenture in collaborazione con MF, che si è svolto qualche giorno fa a Milano.

«In un mercato, come quello assicurativo, in generale meno contendibile di altri da start-up innovative», ha affermato Rossi, «la distribuzione è il segmento più aggredibile da parte di soggetti radicalmente nuovi, ad esempio perché è meno regolata sotto il profilo dei requisiti di capitale e di governance. Intendiamoci, il pluralismo è una forza, non una debolezza: le imprese e gli intermediari sanno che un’offerta variegata e bene integrata, anche dei canali di contatto, può non solo mantenere ma addirittura accrescere le opportunità di business. Noi supervisori siamo però cauti: la distribuzione via web, accanto a iniziative corrette, trasparenti e di autentico interesse per la clientela, può nascondere fenomeni opachi, a volte del tutto irregolari, come certe forme di furto d’identità ai danni di intermediari corretti e inconsapevoli».

Fabio Sgroi

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