Lo dice Alessandro De Felice, presidente di Anra: «È la scelta più diffusa per trasferire il rischio, con una serie di coperture operanti a livello locale, dal momento che la normativa ambientale presenta significative differenze a seconda dei vari paesi». E per gestire i rischi l’associazione indica 5 regole.
«Sapere identificare le potenziali fonti inquinanti o, più in generale, le criticità ambientali; mappare i processi e le strumentazioni utilizzate in azienda; individuare le modalità di prevenzione e controllo dei rischi in base ai risultati delle analisi svolte; vanno delineati gli scenari di vulnerabilità; ricerca delle soluzioni per minimizzare l’impatto di un eventuale incidente ambientale». Sono queste le 5 regole da osservare e seguire in una ottica di gestione dei rischi ambientali, secondo l’Anra, l’Associazione che raggruppa i risk manager e i responsabili delle assicurazioni aziendali.
Le questioni ambientali stanno sempre più catturando l’attenzione delle aziende europee, soprattutto alla luce di normative sempre più stringenti e dell’aumento del costo dei sinistri. E il numero delle polizze ambientali sottoscritte dalle imprese europee sta aumentando, secondo una recente analisi di Marsh.
Tra le motivazioni di questo trend, l’implementazione della Environmental liability directive, che amplia la definizione di danno ambientale e impone alle organizzazioni non solo attività di prevenzione, ma anche di ripristino della situazione originaria, nel caso di modificazioni ambientali. «Allargandosi il campo delle responsabilità si sono aperte nuove necessità di gestione del rischio e di copertura assicurativa», ha commentato Alessandro De Felice (nella foto), presidente di Anra. «Sulla scia dei cambiamenti normativi, le imprese stanno acquisendo consapevolezza e attenzione nei confronti delle implicazioni di una serie di decisioni in materia ambientale che non erano perseguibili in passato, ma che ora possono comportare conseguenze pesanti. La scelta più diffusa per trasferire il rischio sembra essere quella di dotarsi di una polizza master con una serie di coperture operanti a livello locale, dal momento che la normativa ambientale presenta significative differenze a seconda dei vari paesi. Si tratta anche per le imprese italiane di maturare una sensibilità, quella per la gestione dei rischi ambientali, che è diventata centrale per la competitività su scala globale come dimostrano casi anche eclatanti che si sono imposti all’attenzione mediatica». (fs)
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