domenica 19 Ottobre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

RINNOVO ACCORDO ANA 2003: I 14 PUNTI PRINCIPALI DA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE SECONDO ANAPA

Il presidente Vincenzo Cirasola: «Non sono dogmi, ma una base aperta a integrazioni, modifiche e miglioramenti». L’appello ai gruppi agenti…  

Il consiglio direttivo di Anapa in carica

Il rinnovo dell’accordo nazionale impresa agenti (Ana 2003) resta al centro delle preoccupazioni di Anapa Rete ImpresAgenzia che su questo tema ha posto un’attenzione particolare nel corso dell’ultimo consiglio direttivo, svoltosi a Roma nella giornata di ieri.

Un accordo che, ha dichiarato Vincenzo Cirasola, presidente di Anapa, «si configura come un documento obsoleto, anacronistico e inadeguato a gestire le profonde trasformazioni che hanno interessato il settore assicurativo e il ruolo dell’agente».

L’associazione, a questo proposito e dopo aver approvato il bilancio consuntivo 2024 e il preventivo 2025 e dopo aver discusso altri temi rilevanti quali i servizi riservati agli associati da Enbass, l’arbitro assicurativo, lo ius variandi e il ruolo dell’intelligenza artificiale nelle agenzie, ha elaborato una serie di proposte per rilanciare l’accordo.

«Come Anapa, da tempo sollecitiamo con fermezza l’avvio di un tavolo negoziale con Ania per redigere congiuntamente un accordo moderno, sostenibile e coerente con la realtà operativa attuale», ha affermato Cirasola. «Tuttavia, ogni tentativo si è scontrato con la rigidità del principio del “tutti o nessuno”, un approccio strumentale che ostacola ogni progresso».

La sede di Anapa a Roma

I punti principali elaborati dall’associazione per la nuova proposta da condividere (Cirasola ha precisato che questi punti «non sono dogmi, ma una base aperta a integrazioni, modifiche e miglioramenti») prevedono:

  • No alla rivalsa a costo zero per le imprese: va superato un modello che garantisce alle compagnie la piena copertura senza alcun rischio economico.
  • Piani di rivalsa in corso basati su Ana 2003 continueranno fino ad esaurimento, per non pregiudicare i diritti acquisiti.
  • Un nuovo modello di indennità di fine mandato, con possibilità di abrogazione della rivalsa o, in alternativa, una riforma equa e progressiva.
  • Interesse zero per i primi cinque anni di piano di rientro e tasso ridotto all’1,5% successivamente.
  • Ammortamento con metodo classico (interesse semplice sulla rata annuale) anziché con il metodo “alla francese”, ritenuto illegittimo dal Tribunale di Lucca.
  • Riduzione del 20% dell’indennità in caso di passaggio dell’agente a una compagnia concorrente.
  • Esclusione dell’obbligo per il subentrante di versare l’anzianità all’uscente, che resta a carico della compagnia.
  • Corresponsione del Tfm basato sui risultati della propria impresa-agenzia, come avviene per i manager d’impresa.
  • Premio di stabilità in sostituzione dell’anzianità, con ricalcolo dopo 1-2 anni in base all’andamento del portafoglio.
  • Opzione tra valore del portafoglio o delle provvigioni come base di calcolo, come per i broker, che ricevono indennità molto più vantaggiose.
  • Responsabilità solidale della compagnia in caso di mancata retrocessione delle provvigioni (art. 20).
  • Adeguamento dei contributi al Fondo Pensione Agenti, fermi dal 2003.
  • Tutela degli agenti-soci con revisione dell’art. 2-bis.
  • Indennità per la gestione dei dati, patrimonio strategico delle agenzie.

 

L’APPELLO AI GRUPPI AGENTI – Anapa, inoltre, ha rivolto un appello unitario ai gruppi agenti affinché si uniscano all’associazione nella richiesta di riapertura del tavolo negoziale.

Per Anapa “non è accettabile che, da un lato, gli amministratori delegati delle compagnie riconoscano pubblicamente il ruolo strategico degli agenti e, dall’altro, si oppongano sistematicamente in sede Ania a qualsiasi revisione dell’accordo. Questo atteggiamento ambiguo e opportunistico va superato. Per questo è il momento di uno scatto di dignità collettiva. I gruppi agenti devono mobilitarsi con coraggio, rivolgendosi ai propri amministratori delegati e sollecitando un cambio di passo. Non possiamo più accettare il principio del “tutti o nessuno”, né restare ostaggio delle posizioni più radicali o di chi ha disdettato l’accordo nel 2006 e ha poi ostacolato ogni riforma. Le trattative si fanno con chi è disposto a collaborare, non con chi le boicotta”.

Fabio Sgroi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN COPERTINA