mercoledì 05 Novembre 2025

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RC AUTO: FOCUS DELL’ANIA SUL RISARCIMENTO DEI DANNI ALLA PERSONA

Il fenomeno incide per oltre i due terzi sul costo totale dei risarcimenti, per un importo complessivo nel 2013 di circa 7,7 miliardi di euro. Ma qualcosa è cambiato, soprattutto per quanto riguarda le microlesioni.

 

L’Ania torna, con un focus ad hoc, sulla delicata tematica del costo dei danni alla persona nell’ambito dei sinistri Rc auto. Un fenomeno che incide per oltre i due terzi sul costo totale dei risarcimenti, per un importo complessivo nel 2013 di circa 7,7 miliardi di euro. In particolare, 2,6 miliardi di euro (il 23% del totale costo sinistri) sono risarciti per invalidità permanenti comprese tra 1 e 9 punti, mentre 5,1 miliardi di euro (il 44% del totale costo sinistri) per morti o per invalidità superiori. Nel 2013, l’incidenza dei sinistri che presentavano almeno un danno alla persona è continuata a diminuire attestandosi a un valore che si stima pari al 19,3% (era 20,1% nel 2012).

L’analisi dell’evoluzione delle diverse componenti del danno alla persona ha evidenziato che la legge n. 27 del 24 marzo 2012, cosiddetto “decreto liberalizzazioni” (contenente una norma volta a contrastare anni di speculazioni sulle microlesioni e, in particolare sui cosiddetti colpi di frusta, modificando i presupposti per ottenere il risarcimento del danno da microlesione) ha diminuito particolarmente la frequenza dei sinistri con danni di lieve entità (1-3 punti percentuali di invalidità). Nel 2012, infatti, la frequenza dei danni lievi alla persona si è ridotta all’1,12% (-20% rispetto all’anno precedente); nel 2013 si è osservata un’ulteriore diminuzione con l’indicatore che si attestava a un valore di poco superiore all’1%.

Anche il costo medio dei sinistri per le lesioni lievi si è ridotto dal 2011 al 2013, sia pure a un tasso inferiore rispetto alla frequenza sinistri. Si è passati, infatti, da un valore medio di 6.135 euro a sinistro del 2011 a 5.833 euro del 2013 (con una diminuzione di circa il 5% in due anni).

Per l’Ania, «è ragionevole assumere che molte lesioni lievissime “lamentate” non sono state riconosciute come tali in assoluto, mentre molte di quelle che prima davano luogo quasi sempre al riconoscimento di invalidità permanenti sono state risarcite a titolo di inabilità temporanea, perché quando esistenti guariscono, come testimoniato da tutta la letteratura scientifica mondiale soprattutto con riferimento alle lesioni minori del rachide cervicale». L’Ania sottolinea che il calo della frequenza dei sinistri con danni fisici lievi, abbinato a una contenuta diminuzione del loro importo medio risarcito ha avuto effetti particolarmente positivi sul premio finale pagato in media per la copertura assicurativa. Il risparmio per gli assicurati, quantificato sulla base della diminuzione del premio puro relativo a questa componente in due anni è stato pari a 26 euro per polizza.

La stessa riduzione non si osserva, invece, per i danni a persona più gravi (quelli oltre i 9 punti di invalidità e per le morti), per i quali non si applica la nuova normativa. Nel quinquennio analizzato, il valore della frequenza per questi sinistri è diminuito ma in linea o a un tasso inferiore rispetto al calo della frequenza sinistri totale e, comunque, la diminuzione è stata molto inferiore a quella dei sinistri fino a 9 punti di invalidità permanente. Per quanto concerne invece il costo medio dei sinistri oltre i 9 punti di invalidità (che includono anche i danni risarciti per eventi mortali) il valore è costantemente aumentato negli anni; se mediamente questi sinistri venivano risarciti con importi di circa 155 mila euro nel 2009, il valore è salito a quasi 180 mila euro a fine 2011 e ha superato i 200 mila euro nel 2013. (fs)

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