Per Antonio Coviello «il diverso incremento dei premi nei territori, apparentemente non giustificato dal valore di loss ratio, richiederebbe un’attenta analisi da parte dell’Autorità di vigilanza sull’evoluzione delle tariffe».
Gli aumenti tariffari della Rc auto nel 2023? «Sono illogici e incomprensibili», secondo Antonio Coviello, ricercatore Cnr-Iriss, docente di marketing assicurativo presso l’Università di Napoli Suor Orsola Benincasa e “Garante nazionale degli assicurati” (Andci), intervenuto nel corso di un’audizione tenutasi qualche settimana fa alla VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati.
Coviello, che ha parlato di premi «insostenibili» per la Rc auto che «favoriscono il fenomeno dell’evasione assicurativa con tante sigle straniere», ha riportato qualche esempio.
Nel corso del 2023, nella provincia di Belluno le assicurazioni Rc auto «sono aumentate mediamente dell’8,6% a fronte del valore di loss ratio pari a 63,4%, dunque, con un buon margine di profitto (15,3%) in favore delle compagnie assicuratrici, considerando pure i costi di gestione (expense ratio) registrati a livello nazionale del 21,3%».
Diversamente, nella provincia di Latina, ha fatto notare sempre Coviello, «a fronte di un valore di loss ratio pari a 102,3%, in pratica dove le compagnie hanno perso tecnicamente il 2,3%, che aggiunto ai costi di gestione la perdita consolidata ha raggiunto il 23,6%, il premio medio a dicembre 2023 è aumentato solo del 5,2%».
Coviello ha sottolineato come «questo diverso aumento dei premi, apparentemente non giustificato dal valore di loss ratio, si evidenzi in molte province e richiederebbe un’attenta analisi da parte dell’Autorità di vigilanza sull’evoluzione delle tariffe».
Fabio Sgroi
© RIPRODUZIONE RISERVATA