La quota passa dall’80,3% (31 marzo 2014) al 78,8% (31 marzo 2015). Ma se si considera la quota di premi presentata dai broker alle agenzie e non direttamente alle imprese…
Secondo quanto comunicato dall’Ania, anche in questo primo trimestre 2015 il principale canale di distribuzione nei danni è risultato quello degli agenti, con il 78,8%. Il dato si riferisce alle imprese italiane ed extra Unione Europea. Nessuna novità, da anni è così. La notizia è che rispetto al primo trimestre del 2014 questa percentuale è in lieve calo, dal momento che un anno fa era pari all’80,3%.
Nel dettaglio, i rami nei quali il canale agenziale risulta mediamente più sviluppato sono stati i rami Rc autoveicoli terrestri (86,7%), Rc veicoli marittimi (91,5%), Rc generale (84,9%), altri danni ai beni (84,4%) e incendio ed elementi naturali (81,7%). Volumi di business molto ridotti per gli agenti si riscontrano invece nei rami corpi veicoli aerei (2,7%), Rc aeromobili (9,9%) e corpi veicoli marittimi (10%), rami nei quali è invece molto forte la presenza dei broker con quote di mercato rispettivamente pari a 96,4%, 82,9% e 85,7%.
BROKER – Sono proprio i broker a rappresentare il secondo canale di distribuzione dei premi danni con il 7,3%. Oltre ai rami già menzionati, Quelli in cui l’intermediazione dei broker è molto rilevante sono il credito (20,5%), il malattia (25,2%) e le merci trasportate (42,2%).
L’Ania evidenzia, come spesso ha fatto in passato, che comunque «il peso dei broker è sottostimato, in quanto non considera una quota importante di premi (stimata per il totale danni nel 2013 in 23,5 punti percentuali) che tali intermediari raccolgono, ma che presentano alle agenzie e non direttamente alle imprese. Tenendo conto di questo fattore anche per il primo trimestre 2015 la quota degli agenti per il totale settore danni scenderebbe a 55,3% mentre quella dei broker salirebbe a 30,8%».
ALTRI ATTORI – Gli altri canali di distribuzione nei danni sono rappresentati dagli sportelli bancari (4,5%), direzione – agenzie in economia (4,2%), internet (3,5%), vendita telefonica (1,6%) e promotori finanziari (0,2%).
Fabio Sgroi
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