Luca Franzi, presidente dell’’Associazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni: «L’applicazione nazionale della Idd tradisce lo spirito della direttiva sul fronte della concentrazione informativa mediante documenti chiave, mentre ha rafforzato i profili di responsabilizzazione degli operatori».
Le nuove norme sulla distribuzione assicurativa (Provvedimento Ivass 97/2020 e Regolamento Ivass 45/2020)? Anche l’Aiba, l’Associazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni, è perplessa.
Per l’associazione è una normativa «ad alto impatto» sul lavoro dei broker. «Sin da subito avevamo chiari i punti critici e quelli di forza», ha commentato Luca Franzi, presidente di Aiba. «Abbiamo innanzitutto apprezzato lo spirito della nuova normativa, che si orientava verso una riduzione della mole di informazioni da fornire al cliente e un contestuale rafforzamento della responsabilizzazione del distributore, ma dall’altra parte il lavoro del legislatore comunitario denotava sin da subito un certo “strabismo”, nell’erronea convinzione che ciò che funziona per la distribuzione finanziaria sia totalmente applicabile alla distribuzione assicurativa».
La nuova norma, ha fatto notare l’associazione, pone in capo al broker per ciascun prodotto l’obbligo di definire e rendere coerenti i propri target market effettivi con quelli del produttore, «con un consistente aggravio dell’attività se si considera la relazione uno-molti esistente tra broker e compagnie. Con il recepimento della Idd in Italia, inoltre, si obbligano sia le compagnie, sia i broker a modificare tutte le informative (dei prodotti e quelle precontrattuali) aggiungendo documenti di sintesi a quelli analitici, con un’informazione che risulta più complessa e quindi meno chiara».
«Come associazione di categoria impegnata non solo a rappresentare i broker, ma anche a migliorare e rendere sostenibile il mercato assicurativo a tutela dei clienti dei nostri associati, nel 2018 abbiamo presentato uno standard a Ivass, che però è stata scarsamente reattiva», ha continuato Franzi. «Ciò si è sommato a un’estensione della nuova regolamentazione anche al ramo danni e in generale alla distribuzione di tutte le garanzie assicurative, in totale non osservanza delle indicazioni europee presenti nel testo della Idd, sulla necessaria proporzionalità rispetto alla complessità delle garanzie distribuite. Il risultato è un’applicazione nazionale che tradisce lo spirito della direttiva sul fronte della concentrazione informativa mediante documenti chiave, mentre ha rafforzato i profili di responsabilizzazione degli operatori».
Secondo l’Aiba si tratta di una «iper-regolamentazione che rende difficilmente sostenibile e mette a rischio l’attività di piccoli e medi broker e che potrebbe avere una serie di effetti sul mercato: meno operatori dimensionalmente più grandi e altamente specializzati per settori, che si interfacciano con un numero ridotto di compagnie, causando sia una contrazione della concorrenza che una forte standardizzazione dei prodotti distribuiti».
«Sono effetti questi», ha concluso il presidente di Aiba, «che vanno a discapito della personalizzazione, che serve a rispondere alle reali esigenze di imprese, famiglie, persone. Continueremo a cercare il confronto con le istituzioni per contribuire a un miglioramento delle disposizioni in materia di intermediazione assicurativa e a un corretto sviluppo del settore, consapevoli del valore di una consulenza del rischio di qualità e responsabile, che ci impegniamo a promuovere nell’augurio che il cliente possa percepire il valore della professionalità rispetto all’industrializzazione di processo».
Fabio Sgroi
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