È quanto evidenzia Stefano De Polis, segretario dell’Ivass, facendo il punto sulla Pog. «La definizione del target market? Finora è sembrata in taluni casi influenzata più da strategie di marketing che da logiche di individuazione dei bisogni dei clienti».
«La definizione del target market in ambito Pog? È sembrata in taluni casi influenzata più da strategie di marketing che da logiche di individuazione dei bisogni dei clienti». A sostenerlo è l’Ivass e in particolare Stefano De Polis, segretario generale dell’istituto di vigilanza, intervenuto qualche settimana fa a Roma a un convegno di studi sulla Product Oversight Governance (cioè i requisiti organizzativi in materia di governo e controllo del prodotto in capo ai produttori e ai distributori che realizzano qualsiasi tipologia di prodotto assicurativo da vendere ai clienti) dei prodotti assicurativi che analizzava i profili giuridici e operativi. Oltre a focalizzare l’attenzione sui nuovi processi di creazione e distribuzione dei prodotti, De Polis ha voluto condividere alcune indicazioni finora emerse, in questa fase di avvio.
«L’Ivass», ha affermato, «riserva grande importanza a una chiara e puntuale individuazione dei target di mercato “positivo” e “negativo”, che non possono essere definiti in modo generico. Nella valutazione dei prodotti in fase di costruzione abbiamo apprezzato l’esperienza delle imprese che fanno ricorso a test o a focus group di consumatori per verificare se l’offerta sia effettivamente ritagliata sul segmento di clientela a cui è rivolta e se le coperture e le esclusioni siano chiare per i clienti».
L’Ivass, in generale, ritiene che occorra accelerare sull’impianto di sistemi di controllo post vendita finalizzati a verificare che il prodotto mantenga nel tempo la coerenza con le esigenze e le caratteristiche del mercato cui è stato destinato. Per De Polis, quindi, sono «da migliorare anche i processi relativi agli scambi dei flussi informativi tra produttore e distributore, momento fondamentale per la “costruzione” e la gestione di un buon prodotto. In alcuni casi le reti, soprattutto agenziali, non sono ancora adeguatamente coinvolte dalle compagnie nella fase di valutazione dei prodotti da lanciare e del relativo target market; dall’altro il flusso di ritorno dal distributore al produttore non è ben strutturato».
Infine, «è necessario un irrobustimento delle tre linee di difesa dei sistemi di controllo interno, chiamati a far emergere le criticità, anche a livello di rete distributiva, e a consentirne la tempestiva correzione».
Fabio Sgroi
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