martedì 04 Novembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

PROCEDURE ADOTTATE DAGLI INTERMEDIARI PER ALLINEARSI ALLE NUOVE NORME: COSA FANNO GLI AGENTI FRANCESI E I BROKER BELGI

I vertici di Agea e Febrapel sono intervenuti al primo Laboratorio degli intermediari del Cesia del 2024 per raccontare la propria esperienza.  

Da sinistra: Patrick Cauwert, Gregoire Dupont e Massimo Michaud

Procedure e tecnologie adottate dagli intermediari assicurativi per essere in linea con le nuove disposizioni normative. Il primo  Laboratorio degli intermediari del Centro studi intermediazione assicurativa (Cesia) del 2024, che si è svolto a Roma qualche settimana fa, è stato dedicato a questo tema.

L’evento ha ospitato, fra gli altri, gli interventi di Gregoire Dupont, direttore generale dell’Agea (associazione nazionale degli agenti francesi) e di Patrick Cauwert, ceo di Febrapel (federazione dei broker belgi).

«Anche i legislatori di Francia e Belgio, esattamente come capita in Italia, stabiliscono i princìpi e che cosa va fatto, ma non entrano nel dettaglio del come e delegano la scelta a chi deve poi applicare le norme», ha affermato Massimo Michaud, coordinatore del Cesia, che ha guidato il confronto tra gli intermediari. «Dupont e Cauwert ci hanno segnalato l’importanza di associare a cosa la definizione di un come condiviso tra le autorità e coloro che hanno una conoscenza di dettaglio dell’operatività quotidiana. È qui che si è inserito l’operato delle rappresentanze di Francia e Belgio. Il loro obiettivo è stato tradurre le normative in un sistema di attività e processi, supportati dalle tecnologie digitali, per rendere appunto attuabili le norme, cercando di minimizzare i costi e gli oneri per chi è chiamato a farlo».

A questo risultato si arriva attraverso «il confronto molto frequente e approfondito con le autorità di mercato, a partire dal momento in cui la normativa è emanata, il che implica avere consolidato negli anni una prassi relazionale. Obiettivo del confronto è la definizione di standard applicativi condivisi: accettati, cioè, dall’autorità di mercato e dalle rappresentanze. Per dirla con linguaggio figurato, gli standard costruiscono il ponte tra enunciazione e applicazione», ha osservato Michaud. «Rispetto alle disposizioni contenute in una certa norma, lo standard specifica, per esempio, quali dati un intermediario deve raccogliere e quali può non raccogliere. Il confronto serve anche a definire quale deve essere la base comune di dati del sistema assicurativo. Presupposto per arrivare a questo risultato è, in ogni caso, l’interesse comune di tutti gli operatori ad applicare bene la norma: gli intermediari e le compagnie sono rassicurati in merito agli adempimenti da compiere e le autorità possono strutturare in modo più efficace i controlli sapendo quello che devono verificare».

Agea, ha fatto sapere Michaud, «ci ha presentato la creazione di standard per il Gdpr e la check list normativa che ha realizzato per consentire agli intermediari di verificare periodicamente la loro conformità alla regolamentazione. Febrapel, la federazione belga, grazie a un lavoro di normalizzazione dei dati iniziato negli anni Ottanta, ha costruito strumenti digitali di mercato che automatizzano l’attività, rendono efficiente l’applicazione delle regole e semplificano gli adempimenti. Per esempio, la standardizzazione dei dati da raccogliere digitalmente per essere conformi a una certa norma è accompagnata da uno standard digitale per la reportistica che crea così una saldatura tra attività svolta nella relazione con il cliente e documentazione utilizzabile in caso di necessità. Caso unico tra quelli che conosco, i belgi hanno sviluppato una formula per identificare potenziali clienti a rischio in tema di normativa sull’antiriciclaggio».

 Le esperienze di francesi e belgi possono essere un riferimento interessante per gli intermediari italiani? «Va detto, in premessa, che in Italia le rappresentanze degli intermediari si confrontano con le autorità di mercato e che la regolamentazione per applicare le norme è preventivamente aperta alla consultazione delle categorie interessate», ha risposto Michaud. «Francia e Belgio si caratterizzano forse per una maggiore frequenza e intensità del confronto, che avviene a due livelli: all’interno del mondo assicurativo, per creare tra i diversi attori un consenso su cosa è auspicabile per applicare una certa norma; con l’autorità di mercato, per arrivare a standard condivisi. È un negoziato continuativo che dimostra come la cooperazione tra gli attori di mercato sia utile, ma vada costruita con una frequenza di rapporti e un impegno di tempo molto significativo». (fs)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN COPERTINA