sabato 25 Ottobre 2025

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PREVIDENZA COMPLEMENTARE: I NUMERI DEL 2020

Rispetto all’anno precedente cala il numero delle adesioni; in aumento quello delle posizioni in essere. Cresce anche il numero degli iscritti. E i rendimenti…  

Il trend delle adesioni alle forme pensionistiche complementari alla fine del 2020 ha confermato la crescita graduale già osservata negli ultimi anni, anche se a un ritmo decre­scente, dal momento che al termine dello scorso anno vi sono state 486.552 nuove adesioni, circa 100.000 adesioni in meno rispetto al 2019.

Il numero delle posizioni in essere, cioè i rapporti di partecipazione complessi­vamente aperti presso le forme pensionistiche, ha raggiunto alla fine del 2020 i 9,3 milioni, in aumento del 2,5% rispetto all’anno precedente.

Il nume­ro di iscritti (depurando quello delle posizioni dalle adesioni plurime) alla fine del 2020 è risultato pari a 8,4 milioni di soggetti (+2,2% sul 2019). Sempre nel 2020 la quota di iscritti che risultano non aver versato contributi (ha interessato i Pip in misura maggiore rispetto alle altre forme) è stata pari a oltre 2,2 milioni di soggetti.

Entrando nel dettaglio, gli iscritti ai fondi pensione aperti hanno registrato l’aumento maggiore (1.590.319, +4,9%), seguiti dagli iscritti ai fondi negoziali (3.184.463, +2,9%).

I contributi complessivi versati alle forme pensionistiche sono cresciuti del 2,2% rispetto al 2019 a 16,5 miliardi. In particolare, l’incremento è dovuto soprattut­to ai fondi pensione aperti, i cui flussi in entrata sono cresciuti di quasi il 6%, e ai fondi negoziali(+2,9%), che hanno registrato l’incremento maggiore in termini assoluti, mentre per le altre tipologie di forma pensionistica gli incrementi sono stati piuttosto contenuti.

Nel 2020, i rendimenti medi delle forme previdenziali hanno beneficiato di un primo periodo caratterizzato da andamenti positivi dei mercati finanziari e successivamente da una breve, ma sensibile, correzione dei corsi dei titoli azionari a seguito del diffondersi della pandemia. A fronte della rivalutazione del Tfr, pari nel 2020 all’1,2%, il rendimento medio delle diverse linee dei fondi negoziali è risultato pari al 3,1%, quello dei fondi aperti del 2,9%, quello delle gestioni separate dei Pip dell’1,4% e sostanzialmente pari a zero quello dei fondi unit-linked dei Pip.

Le risorse destinate alle prestazioni hanno raggiunto circa 198 miliardi, corri­spondente al 12% del Pil nominale e al 4,1% del risparmio finanziario delle famiglie, in aumento del 6,7% rispetto al volume relativo alla fine del 2019. (fs)

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