L’indagine dell’Ivass, che fa riferimento al periodo 2008-2012, mostra come gli assicuratori italiani corrispondano in media un premio pari al 56% in più.
Più indicatori segnalano una discesa del premio Rc auto, ma ci pensa l’Ivass a ricordare le differenze di prezzo tra l’Italia e alcuni paesi dell’Unione Europea, in particolare Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Che sono tangibili. Gli assicurati italiani, infatti, corrispondono un premio Rc auto medio di tariffa (quindi al netto di tasse e contributi e per i settori autovetture, moto e ciclomotori) molto superiore alla media europea.
Secondo l’indagine condotta dall’Ivass e presentata da Lino Matarazzo, del servizio studi e gestione dati dell’istituto di vigilanza, gli assicurati italiani hanno corrisposto come media (dei premi) del periodo 2008-2012, un premio di tariffa, per la sola garanzia Rc auto, «largamente superiore alla media degli altri paesi considerati»: 401 euro contro 257 euro, con una differenza di 144 euro, pari al 56% in più, come si evince dalla tabella. Gli assicurati italiani hanno anche sostenuto spese per il costo dei sinistri (329 euro) più elevate del 48,8% (+108 euro) della media (221 euro) e del 39,6% (21 euro) per le commissioni di acquisizione e spese di amministrazione nel loro insieme (74 euro).
L’Ivass sottolinea che, sempre in questo periodo, «che ingloba la fase acuta della crisi finanziaria internazionale», le imprese assicurative italiane hanno tuttavia realizzato in media i migliori risultati tecnici (al netto dei proventi finanziari) contenendo le perdite a 2 euro per polizza, a fronte di una perdita media Ue di 17 euro a polizza.
La situazione più recente disponibile per la ricerca (2012) evidenzia addirittura una differenza del premio medio di tariffa italiano rispetto alla media dei cinque Paesi ancora più elevata rispetto a quella riscontrata per il periodo 2008-2012 (154 euro pari al 58% in più) a fronte di un decremento del costo sinistri di 38 euro (premio puro da 329 a 291) e di un aumento di 3 euro per i costi per commissioni e le spese di gestione (da 74 a 77).
Fabio Sgroi
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