PREMI DANNI NEL PRIMO TRIMESTRE 2020: SI RIDUCE LA QUOTA DEGLI AGENTI

8 Luglio 2020

La suddivisione per canale distributivo conferma la leadership del canale agenziale, con un market share del 72,3%. Seguono la vendita diretta nel suo complesso (9,9%), i broker (9,7%), gli sportelli bancari (7,8%) e i consulenti finanziari abilitati (0,4%).  

Dopo aver visto i dati relativi alla raccolta premi danni nel primo trimestre 2020, sulla base delle informazioni fornite dall’Ania, Tuttointermediari.it si concentra sulla raccolta per canale distributivo.

Per quanto riguarda le imprese italiane ed extra Unione Europea, la principale forma di intermediazione in termini di market share si conferma essere il canale agenziale (72,3%), in diminuzione rispetto a quanto rilevato alla fine del primo trimestre del 2019 (73,9%).

Entrando nel dettaglio (vedi tabella sotto, cliccaci sopra per ingrandire), i rami nei quali il canale agenziale risulta più sviluppato sono Rc veicoli marittimi (87,8%), Rc auto (83,4%), altri danni ai beni (82,5%), Rc generale (80,6%), cauzione (78,2%), tutela legale (75,9%) e assistenza (74,9%). Volumi di business molto ridotti, sempre per gli agenti, si riscontrano invece nei rami corpi veicoli aerei (2,9%), Rc aeromobili (9,9%) e corpi veicoli marittimi (17,3%) nei quali è molto forte la presenza dei broker con quote di mercato rispettivamente pari a 90,9%, 92,2% e 82,7%.

Sono proprio i broker a rappresentare il secondo canale di distribuzione dei premi danni con una quota pari al 9,7%. Oltre a quelli già menzionati, i rami in cui l’intermediazione dei broker è molto rilevante sono il ramo merci trasportate (51,4%), corpi veicoli ferroviari (49,4%) e malattia (22,4%).

L’Ania evidenzia, come sempre, il fatto che la quota di mercato dei broker è sottostimata, in quanto non considera una parte ritenuta importante di premi (stimata per il totale danni, nel 2018, in 23,4 punti percentuali) che questi intermediari raccolgono ma che presentano alle agenzie e non direttamente alle imprese.

Secondo l’Ania, assumendo che questa incidenza sia applicabile anche per il primo trimestre 2020, la quota degli agenti per il totale settore danni scenderebbe a 48,9% mentre quella dei broker salirebbe a 33,1%.

Gli sportelli bancari, con una quota di mercato del 7,8% (7,7% alla fine di marzo 2019) sono stati maggiormente coinvolti nella commercializzazione dei premi nei rami perdite pecuniarie (46,5%) e credito (34,7%). Per Ania rivestono un ruolo importante (e in crescita) anche nei rami malattia (13,4%), infortuni (16,2%), tutela legale (11,6%) e incendio (12,4%).

La vendita diretta nel suo complesso (comprensiva della vendita a distanza, telefonica e internet) a fine marzo 2020 registrava un’incidenza del 9,9% (era 9,4% la quota rilevata alla fine di marzo 2019).

Con riferimento alle singole modalità di distribuzione della vendita diretta, risulta che le agenzie in economia, gli intermediari a titolo accessorio che operano su incarico dell’impresa e i produttori diretti, pesavano per il 5,2% (4,9% l’anno precedente), mentre per il 3,5% il canale internet (come nello stesso periodo del 2019). La quota relativa ai premi veicolati attraverso i preventivatori on line (che sono registrati nella sezione B del Rui) risulta stabile e pari all’1,5%; in particolare nel settore auto questa quota è pari al 2,9%, mentre più bassa e pari allo 0,3% è quella relativa agli altri rami danni. In particolare, i rami in cui, anche se marginalmente, si fa ricorso da parte degli assicurati all’utilizzo di preventivatori on line sono l’assistenza (2,1%), la tutela legale (1,6%), gli infortuni (0,6%) e le perdite pecuniarie (0,2%).

Relativamente alle rappresentanze di imprese Ue, i principali canali di distribuzione sono stati gli agenti e i broker con una quota rispettivamente pari a 35,6% e a 54,8%. In particolare, nel settore auto è quello agenziale il canale distributivo più utilizzato, con una quota del 67,1%, mentre negli altri rami danni è risultato essere quello dei broker (60,8%). Gli sportelli bancari risultano essere il terzo canale di vendita con una quota del 5,8% (3,6% nel settore auto e 6,2% nei restanti rami). Risulta nel complesso pari a 3,9% la quota della vendita diretta, in calo principalmente per la variazione del perimetro di imprese operanti in questo ambito.

Fabio Sgroi

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