Secondo i dati dell’Ivass, le prime sono cresciute del 5,4% in termini di raccolta premi (66,2 miliardi di euro), in controtendenza rispetto al triennio precedente, mentre le seconde si sono ridotte del 4,5% (29,8 miliardi di euro).
Le polizze vita tradizionali (ramo I) e le polizze unit e index linked (ramo III) hanno rappresentato, alla fine del 2018, il 94,1% del comparto vita confermandosi i rami più diffusi in Italia. È quanto rileva l’Ivass.
Le polizze vita tradizionali sono cresciute, sempre nel 2018, del 5,4% rispetto all’anno precedente, raggiungendo una raccolta di 66,2 miliardi di euro di premi (valore comunque distante dal massimo registrato nel 2014, 82,6 miliardi di euro). Il dato è in controtendenza rispetto al periodo 2014-2017, durante il quale il ramo I aveva subito una flessione del 31,6%.
Le polizze unit e index linked si sono invece ridotte del 4,5% (29,8 miliardi) nel 2018 dopo aver segnato incrementi di oltre il 30% nel 2017 (31,2 miliardi) e di oltre il 40% tra il 2014 e il 2015.
Con riferimento ai conti tecnici del 2018, al netto della riassicurazione, le polizze vita tradizionali hanno realizzato un utile di 108 milioni di euro, con un’incidenza dello 0,2% sui premi lordi contabilizzati, in marcata riduzione rispetto all’anno precedente (3,8%).
Le polizze unit e index linked, invece, hanno registrato un utile di 353 milioni di euro, con un incidenza dell’1,2% sui premi lordi contabilizzati (nel 2017, questa incidenza era stata dell’1,4%).
La commissione trattenuta dalle compagnie sui rendimenti delle gestioni separate di ramo I a titolo di spese di gestione è stata pari a circa l’1% delle riserve matematiche, stabile nel periodo, nonostante la riduzione del rendimento medio dal 3,9% del 2013 al 3% del 2018. Per il ramo III, la commissione nel 2018 è stata pari all’1,3% degli investimenti effettuati nei fondi interni e negli Oicr (Organismi di investimento collettivo del risparmio), in crescita rispetto allo 0,9% del 2013.
Fabio Sgroi
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