Spiccano, tra l’altro, processi «non sufficientemente» orientati al valore per il cliente e l’assenza di «appropriate» metodologie di analisi e soglie per la determinazione e valutazione degli esiti del test di prodotto.

Una serie di verifiche sulle modalità di attuazione della normativa in tema di Pog attraverso richieste di documentazione, incontri e visite ispettive. Così si era mosso l’Ivass nell’ambito dell’attività di vigilanza sulla condotta di mercato delle imprese di assicurazione.
Che cosa è emerso? L’autorità di vigilanza ha rilevato da un lato «progressi» nell’allineamento dei processi aziendali di approvazione del prodotto e dei relativi sistemi di controllo interno alle disposizioni comunitarie e nazionali, dall’altro lato «carenze significative».
Sono state, quindi, queste ultime a far accendere la spia e a indurre l’Ivass a richiamare le imprese vigilate «ad adottare tempestivamente corrette modalità di attuazione della normativa di riferimento». Nel dettaglio, l’autorità di vigilanza ha riscontrato carenze con particolare riguardo a:
– I sistemi di governance del processo Pog, sia relativamente agli organi e alle funzioni coinvolte, sia alla formalizzazione di adeguate policy e linee guida. L’Ivass ha infatti rilevato: situazioni di «mancanza di un effettivo coinvolgimento» dell’organo amministrativo e di «un autonomo ed efficace» contributo delle funzioni fondamentali (gestione dei rischi, verifica della conformità, attuariale, revisione interna); lacune o ambiguità nella formalizzazione di ruoli / responsabilità; linee guida «non adeguatamente dettagliate e non comprensive» di tutte le fasi del processo Pog; processi «non sufficientemente» orientati al valore per il cliente; assenza di «appropriate» metodologie di analisi e soglie per la determinazione e valutazione degli esiti del test di prodotto.
– L’individuazione del mercato di riferimento (target market). Questo, sempre secondo l’Ivass, è risultato (soprattutto per i prodotti di investimento assicurativi che presentano una molteplicità di opzioni di investimento) «troppo ampia e generica e non in grado di contrastare il rischio di mis-selling».
– Con riferimento al valore del prodotto per il cliente (value for money), le analisi per la determinazione e la misurazione sono risultate «sovente carenti» nel considerare il punto di vista del cliente, sia perché basate sul confronto con prodotti similari delle imprese concorrenti, «senza alcuna determinazione del valore del prodotto in sé», sia perché comprensive di valutazioni tese a verificare la sostenibilità del prodotto e la sua redditività solo dalla prospettiva dell’impresa.
Fabio Sgroi
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