mercoledì 10 Settembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

NUOVE NORMATIVE, CLIMATE CHANGE E DIGITALIZZAZIONE CAMBIANO IL MONDO ASSICURATIVO. QUALE SPAZIO PER I BROKER?

Se ne è parlato lo scorso 27 marzo a Roma, in occasione di un convegno organizzato dall’Aiba.  

Un momento del convegno organizzato dall’Aiba

L’evoluzione regolamentare, il processo di digitalizzazione che sta trasformando lo scenario economico e sociale, la crescente affermazione dell’insurtech che favorisce la disintermediazione del mercato, i progressi scientifici che concorrono all’incremento delle prospettive di vita e i cambiamenti climatici che aumentano i grandi rischi legati agli eventi naturali. Sono alcuni dei principali fattori di cambiamento del mondo assicurativo.

È quanto emerso dal convegno dal titolo Rivoluzione? Evoluzione!, organizzato a Roma dall’Aiba, l’Associazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni che quest’anno festeggia i primi 50 anni di attività.

Nel suo intervento di apertura, Luca Franzi de Luca, presidente dell’associazione, ha descritto a grandi linee l’evoluzione di un mercato assicurativo sempre più complesso: «Da un lato la crescente incidenza dei cambiamenti climatici, la digitalizzazione dei processi e dei servizi, nonché il progresso scientifico in termini generali, determinano il deciso aumento dei rischi da tenere sotto controllo. Dall’altro lato, il mercato si muove verso una graduale disintermediazione e un ampliamento dei canali di distribuzione. A questo si aggiungono le normative italiane ed europee che non semplificano la vita degli intermediari professionali, vista la mole di obblighi di compliance e incombenze burocratiche cui devono sottostare, senza peraltro che i consumatori ne abbiano diretti e immediati benefici».

Il mondo assicurativo si è sempre occupato di gestire il cambiamento, «che non è mai stato veloce come ora», ha detto Maria Bianca Farina, presidente dell’Ania, secondo cui «l’attuale processo di trasformazione spinge verso un nuovo rapporto di partnership tra assicurato e assicuratore nella gestione del rischio».

«La digitalizzazione è una sfida senza precedenti che sta cambiando il modo di fare assicurazione», ha affermato il segretario generale di Ivass, Stefano De Polis, che ha confermato la piena disponibilità al dialogo dell’authority sui temi della digitalizzazione. «Con la nuova direttiva europea in materia di distribuzione assicurativa (Idd), le modalità di vendita e post-vendita sono diventate importanti quanto la qualità del prodotto».

Luca Franzi

È RICHIESTA PIU’ CAPACITA’ PROFESSIONALE – Colossi del web come Google, Amazon e Apple stanno prendendo le misure al settore assicurativo e potrebbero presto diventare un canale distributivo dalle potenzialità dirompenti. «La Idd ha ampliato il perimetro dei soggetti normati con l’intento di comprendere tutti coloro che distribuiscono prodotti assicurativi, spostando i termini della competizione non più tra differenti operatori, ma sulle capacità professionali degli intermediari nel fornire consulenza personalizzata ai clienti», ha affermato Franzi. «Oggi i broker devono adattarsi ai continui cambiamenti normativi e conoscere rischi fino a poco tempo fa sconosciuti. Automazione, processi organizzativi efficienti, piattaforme di supporto nell’analisi dei rischi, sono strumenti che possono sostenere la sfida competitiva delle organizzazioni di tutte le dimensioni. In termini generali, l’eccesso di offerta determinerà confusione tra i consumatori e in questo scenario il broker potrà far leva su quella consulenza strategica che lo differenzia rispetto alla platea di nuovi operatori, virtuali e non, che cresce a dismisura».

Secondo Claudio Cacciamani, professore ordinario di economia degli intermediari finanziari presso il dipartimento di Scienze economiche e sociali, Università degli Studi di Parma, «nel mondo dell’informazione e dei dati occorre che i broker rivalutino e facciano apprezzare dai clienti la relazione. Questa permette di conoscere al meglio il cliente e di personalizzare soluzioni di gestione dei rischi che, altrimenti sarebbero standard. Ciò richiede tempo, competenze e investimenti. Tuttavia, in caso contrario, si rischia di trasformare la professione di intermediario in quella di un mero mediatore, in questo esponendolo alla concorrenza delle moderne tecnologie che possono offrire non consulenza, ma alternative non ritagliate su misura. Solo con un corretto e impiego di tempo per il cliente unito a forti competenze, i broker non solo possono riaffermare il proprio ruolo di professionisti del rischio, ma ottenere successo nella salvaguardia del patrimonio imprenditoriale delle aziende nazionali».

«Se analizzassimo il portafoglio dei rischi del 2009», ha aggiunto Marco Giorgino, professore ordinario di Financial risk management e financial markets and institutions, Politecnico di Milano, «ci accorgeremmo che 10 anni fa il mondo era soprattutto attento ai rischi economico-finanziari che pur rimanendo importanti, oggi sono stati sopravanzati da quelli di natura tecnologia, sociale e ambientale. Pensate a quali conseguenze potrà avere l’innalzamento del livello del mare di mezzo metro nell’arco dei prossimi 50 anni sulle città costiere di tutto il mondo». (fs)

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